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D'uno sguardo ne feci accorta la contessa; entrambi stemmo silenziosi e commossi ad osservare. Mi sento stanca; ho abusato delle mie forze, soggiunse Clelia Vorrei dormire un poco. S'addormentò in breve.

Una carrozza era ferma; feci per salire, e una mano candidissima uscì dallo sportello per aiutarmi; guardai dentro con occhio di meraviglia era Clelia. Non dirò la mia sorpresa, se più grande fosse in me la riconoscenza o il piacere.

In un salone di casa Zecchin, affollato di visitatori, risplendevano sulle venete bellezze, le tre bellissime eroine nostre, Irene, Giulia e Clelia.

Angiolina Clelia (avendone una scossa violenta) Mio Dio, che avverr

Si stringono la mano.... Siamo perduti.... Il signor Mario sale! Clelia Dio! Dio!... T’ha vista? Angiolina No. Clelia Angiolina (afferrando Carsanti pel soprabito) Venite con me, voi.... (A Clelia

Mario Clelia Dio! Dio! Ma se tu guardassi dentro il mio segreto, comprenderesti come, pure essendo vissuta così orribilmente, io debba ribellarmi ora alla brutalit

La capigliatura d'ebano gli scendeva innanellata sulle spalle e l'occhio nero, quando era fiso nel tuo occhio ti facea l'effetto del raggio di sole allorché, uscito improvvisamente dalle nubi, ti colpisce lo sguardo e ti abbarbaglia. Com'è bello il valoroso che si slancia in soccorso del debole! Come la sua energia è raddoppiata, massime quando il debole ha il volto di Clelia!

Mi sarebbe parso di arrendermi, di accettare il mio destino, di recidere io stesso l'ultimo filo che teneva in vita il mio amore; al contrario io voleva lottare fino alla fine, contendere fin l'ultimo alito di quel corpo adorato. Non so più che rispondessi a Clelia; so che la contessa mi prevenne.

La sua presenza mi ricorda troppo la tua vita passata e mi pare che lei possa rimetterti in relazione con tutta quella gente che t’ha rovinata. Clelia Mario Clelia È cominciata benino, sai; ma poi..., ahimè!, ho sprecato fiato e tempo. Mario Sentiamo com’è cominciata. Clelia Mario Delle Tocos! Clelia (con solennit

La terrazza diventava bianca, bianca sotto il chiaro plenilunio estivo: tutto dintorno si ammorbidiva in quella luce placida e dolce. Piovevano i raggi sopra le quiete fogliuzze del gelsomino che pareano fatte di argento; piovevano sopra la lucida gabbia, dove gli uccelli dormivano col capo sotto l'ala, sognando forse il loro paradiso; piovevano i raggi come falde di neve sul volto di Clelia, e lo rendevano candido, senza un'ombra, tranne la riga nera delle ciglia abbassate. Le case avvolte in un'atmosfera afosa, lattea; senza un palpito il mare; la lontana curva di Posilipo perduta in una nebbia che era luce, somigliava sempre più alla testa di un animale fantastico immerso in una riflessione profonda; sulla serenit