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Olivier ritornò ferito sotto la spalla destra, Uggier col capo rotto. 33 E se, come Rinaldo e come Orlando, lasciato Brandimarte avesse il giuoco, Carlo n'andava di Parigi in bando, se potea vivo uscir di gran fuoco. Ciò che poté, fe' Brandimarte, e quando non poté più, diede alla furia loco. Così Fortuna ad Agramante arrise, ch'un'altra volta a Carlo assedio mise.

O dolce stella, quali e quante gemme mi dimostraro che nostra giustizia effetto sia del ciel che tu ingemme! Per ch'io prego la mente in che s'inizia tuo moto e tua virtute, che rimiri ond'esce il fummo che 'l tuo raggio vizia; si` ch'un'altra fiata omai s'adiri del comperare e vender dentro al templo che si muro` di segni e di martiri.

Paradiso: Canto XII Si` tosto come l'ultima parola la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar comincio` la santa mola; e nel suo giro tutta non si volse prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch'e' refuse.

Paradiso: Canto XII Si` tosto come l'ultima parola la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar comincio` la santa mola; e nel suo giro tutta non si volse prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch'e' refuse.

PRUDENZIO. Vade ad furcas. MALFATTO. Te venga pur a voi. Ha' visto che bella cosa, che non vol ch'i' canti? LUZIO. Come se declinano le coregge, mastro? PRUDENZIO. Hoc: crepidum, crepidi. LUZIO. «... ego tiro crepida». MALFATTO. Che diavolo descrezione è la vostra? Tutto oggi volete parlare voi. PRUDENZIO. S'io piglio un lapide, te farò... E tu fa' ch'un'altra volta non me meni tanto el capite.

L'ampolla in ch'era al naso sol si messe, e par che quello al luogo suo ne gisse: e che Turpin da indi in qua confesse ch'Astolfo lungo tempo saggio visse; ma ch'uno error che fece poi, fu quello ch'un'altra volta gli levò il cervello. 87 La più capace e piena ampolla, ov'era il senno che solea far savio il conte, Astolfo tolle; e non è leggiera, come stimò, con l'altre essendo a monte.

9 Il manigoldo, in loco inculto ed ermo, pasto di corvi e d'avoltoi lasciollo. Ruggier ch'un'altra volta gli fu schermo, e che 'l laccio gli avria tolto dal collo, la giustizia di Dio fa ch'ora infermo s'è ritrovato, ed aiutar non puollo: e quando il seppe, era gi

O dolce stella, quali e quante gemme mi dimostraro che nostra giustizia effetto sia del ciel che tu ingemme! Per ch'io prego la mente in che s'inizia tuo moto e tua virtute, che rimiri ond'esce il fummo che 'l tuo raggio vizia; si` ch'un'altra fiata omai s'adiri del comperare e vender dentro al templo che si muro` di segni e di martiri.