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Aggiornato: 4 luglio 2025


Più ed altre cose si aggiunsero per una parte e per l'altra, le quali lasceremo come poco importanti al proposito. Alla fine il Conte della Cerra, levatosi in piè, tolse il mantello, e facendo mostra di andarsene disse ai congiurati: «Non v'ha negozio tanto difficile in questo mondo, che tenacemente volendo, e discretamente operando, non si conduca a buon fine.

«Ah! Molto vi preme la mia vendetta? Molto la conservazione del mio intelletto? Gran mercè!... Gran mercè! Cerra, io ve l'ho detto più volte, siete sottile, e frodolento, quanto lo spirito del male; pure gli accorgimenti vostri tornano inutili con me: io da gran tempo vi conosco; deponete la lusinga d'ingannarmi; non vi date studio di parlare con tant'arte. Voi temete che io perda il senno, e lo temete per me? Lo splendore di vostra casa era decaduto, e i tempi presenti non concedevano sollevarsi con pubbliche o con private virtù. -Voi non pertanto la riponeste nell'antico splendore. Io vi ho fatto Gran Camerlingo del Regno, e ricco, e potente; tristo eravate gi

Il Conte della Cerra più s'ingegna levarsi d'impaccio, più vi si avviluppa, e ad ogni passo gli si chiude un sentiero allo scampo; nondimeno non gli basta il cuore di abbandonare la presa: considerando che quello ostinato celarsi del Cavaliere doveva tener sotto qualche grande mistero, e che dove fosse scoperto avrebbe prodotto accidenti da sturbare il duello, ricorre a nuova sottigliezza.

«Potete concedere il campoIl che era vero; ma egli non lo consigliava mica per giustizia, avvisando, che se speranza di salute avanzava, consisteva nel levar di mezzo quella vita tanto sospettata del Cerra; cosa che sarebbe di certo avvenuta, dove fosse stato costretto a combattere, essendo costui d'indole codarda, di corpo indebolito, ed il suo avversario, a giudicarne dal sembiante, assai prode uomo di guerra: faceva in somma il Caserta al Cerra per caso quello che non era riuscito al Cerra di fare al Caserta per arte.

Ora la vita del Conte di Cerra era giunta al suo fine, dove non lo avesse sovvenuto il caso.

«Santo Germano gloriosoesclama il Cerra «come preporre uno sconosciuto a tanto savio, a tanto virtuoso signore?» «No, miei fedeli, io mi sento colpevole; ma se Manfredi ha peccato, non ha peccato contro di loro.» E qui tace.

«Ecco, Messer Contestabile, ecco, Messer Camarlingoesclamava Manfredi appena vide i Conti di Caserta, e della Cerra, che entravano nella sua camera, «la vantata fedelt

Uscito della stanza, il Cerra scosse pel braccio il Conte di Caserta assorto in cupi pensieri, e gli disse: «A che pensate, Messere?» «Penso a quanto lo avrei amato, se mi fosse stato concesso per figlio.» «Egli è senza dubbio un gentil damigello; rammenta i bei giorni della giovanezza di Manfredi

Il Conte mutò di colore, cadde riverso su la sedia, dalla quale era sorto per meglio mostrarsi infiammato nell'orazione, per quanto si sforzasse potè continuare, onde comandava al Cerra, che gli sedeva a canto, ordinasse i consigli.

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