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Aggiornato: 4 ottobre 2025
Molti stupirono alla inaspettata proposta del Cerra, tenendola per animosa; molti, e tra questi Manfredi, con più senno la tennero per codarda, ravvisando in essa un cavillo per impedire la prova. «Noi, come signore del campo,» parlò il Re un po' turbato «non possiamo ammettere coteste armi, insolite al costume cavalleresco.»
«Rinaldo,» parlò il Conte della Cerra, cogliendo l'occasione di accostarsegli, quando camminavano alla volta dello steccato fuori delle mura di Benevento; «Rinaldo, voi avete veduto con quanta costanza io vi abbia salvato la vita; adesso ragione vuole che voi facciate alcuna cosa per salvare la mia.» «Io bene pensava a questo, Anselmo; state di buon animo.»
Rinaldo fece sembianza di ringraziarlo con un sorriso; pure sapendo quanto malvagio fosse colui, divenuto anche sospettoso dal pericolo, non volle che dipendesse dalla sua scelta il mantenersi onesto; seco lo condusse alla presenza di Manfredi, nè lo lasciò un momento, finchè il fato estremo, che ormai minacciava il Conte della Cerra, non gli ebbe chiuso le labbra col segreto della morte.
«Ed io» rispose l'accusato «Anselmo Conte della Cerra, con licenza della Serenit
Manfredi sorrise; e il Caserta pensò: ti ho risparmiato il cordoglio di uccidere Anselmo, ma ti ho tolto il piacere di uccidere me e i miei compagni-, questa tua gioia mi piace. Il Re, conoscendo la sua venuta vana se ne tornò palazzo dove tra le altre cose ordinava al Caserta ai seppellire segretamente il cadavere del Conte della Cerra.
Non anche si ristoravano dello affanno sofferto, che videro i nostri Conti entrare nella stanza uno scudiere del Re, il quale per parte del suo signore intimava che tosto si rendessero a Corte. «Sapete voi la cagione della chiamata, scudiere?» domandava il Cerra con mal celata impazienza.
Il Conte di Cerra, per quanto visibilmente si sforzasse, non potè di tanto reprimere quel suo riso, che due o tre volte non gl'increspasse la faccia; nondimeno si contenne, e parlò: «E che, Caserta? Tremate voi così presto essere ridivenuto padre? Non avete voi detto ch'egli è figlio vostro?
«Tu te ne menti per la gola!» comecchè sbigottito dal caso rispose incontanente Anselmo della Cerra.
Il Conte di Caserta divenne pallido come la morte, vacillò, e stette lungo tempo pensoso; poi si fece a lenti passi verso il Cerra, lo prese pel braccio con la sinistra, e con la destra gli fece tale atto, che la favella, quel nobile attributo che distingue l'uomo da ogni altro animale, sembrò quasi sdegnosa di profferire.
«Or dunque» replicò il Conte della Cerra «il pianto spetta alle femmine.... Domani provvederemo a imbalsamare il corpo del padre vostro; confortatevi di questo, ch'egli sar
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