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Aggiornato: 12 maggio 2025
Colui che luce in mezzo per pupilla, fu il cantor de lo Spirito Santo, che l’arca traslatò di villa in villa: ora conosce il merto del suo canto, in quanto effetto fu del suo consiglio, per lo remunerar ch’è altrettanto.
Così da quella imagine divina, per farmi chiara la mia corta vista, data mi fu soave medicina. E come a buon cantor buon citarista fa seguitar lo guizzo de la corda, in che più di piacer lo canto acquista, sì, mentre ch’e’ parlò, sì mi ricorda ch’io vidi le due luci benedette, pur come batter d’occhi si concorda, con le parole mover le fiammette. Paradiso · Canto XXI
Colui che luce in mezzo per pupilla, fu il cantor de lo Spirito Santo, che l'arca traslato` di villa in villa: ora conosce il merto del suo canto, in quanto effetto fu del suo consiglio, per lo remunerar ch'e` altrettanto.
Cosi` per Carlo Magno e per Orlando due ne segui` lo mio attento sguardo, com'occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e 'l duca Gottifredi la mia vista per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l'altre luci mota e mista, mostrommi l'alma che m'avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.
Cosi` da quella imagine divina, per farmi chiara la mia corta vista, data mi fu soave medicina. E come a buon cantor buon citarista fa seguitar lo guizzo de la corda, in che piu` di piacer lo canto acquista, si`, mentre ch'e' parlo`, si` mi ricorda ch'io vidi le due luci benedette, pur come batter d'occhi si concorda, con le parole mover le fiammette. Paradiso: Canto XXI
Sarra e Rebecca, Iudit e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse 'Miserere mei', puoi tu veder cosi` di soglia in soglia giu` digradar, com'io ch'a proprio nome vo per la rosa giu` di foglia in foglia. E dal settimo grado in giu`, si` come infino ad esso, succedono Ebree, dirimendo del fior tutte le chiome;
Cosi` per Carlo Magno e per Orlando due ne segui` lo mio attento sguardo, com'occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e 'l duca Gottifredi la mia vista per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l'altre luci mota e mista, mostrommi l'alma che m'avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.
Cantor, che a la palestra De la vita allenò l'alma e l'ingegno, I casi ad indagar la mente ha destra; Spregia il parer fallace, Che fa pago ed esalta il vulgo indegno; Sol nume ha il Vero; ombre non teme; sfida Del presente favor l'aura fugace, E, profeta a le genti Di ragionati eventi, Guarda il passato e a l'avvenir le guida.
Così per Carlo Magno e per Orlando due ne seguì lo mio attento sguardo, com’ occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e ’l duca Gottifredi la mia vista per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l’altre luci mota e mista, mostrommi l’alma che m’avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.
<<Spene>>, diss'io, <<e` uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto. Da molte stelle mi vien questa luce; ma quei la distillo` nel mio cor pria che fu sommo cantor del sommo duce. 'Sperino in te', ne la sua teodia dice, 'color che sanno il nome tuo': e chi nol sa, s'elli ha la fede mia?
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