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Aggiornato: 28 maggio 2025


Che! Sono i protettori dell'ordine giunti a tale, da sostenerlo calunniando deliberatamente tutta una classe di cittadini e seminando i germi d'una guerra civile? E che sarebbe, se noi fossimo capaci di raccogliere il guanto?

Anco altrove, che che calunniando la umanit

E furono anni febbrili di aspettazione. Il Piemonte messosi a capo del movimento italiano, quantunque costretto troppo spesso a contraddirlo perseguitando e calunniando i più illustri rivoluzionari, infiammava tutte quelle speranze che aveva tradito nel quarant'otto; mentre il conte di Cavour succeduto al Gioberti, di lui meno vasto e profondo, ma più pratico di negozii politici e più pronto all'azione molteplice di un momento, nel quale si dovevano concordare parlamenti, diplomazia e insurrezioni, persuadeva al mondo che l'Italia aveva finalmente un uomo di Stato.

Poco fa mi sembraste non prestar fede alle mie parole... ed io.... Donna Maria, disse il duca cangiando tuono, non voglio più udirvi parlare dei vostri indegni sospetti. Spiegatevi.... Voi mi avete offeso, gravemente offeso calunniando la duchessa, il sapete: e sapete altresì che, se vi perdono, è soltanto a condizione che il segreto di famiglia non venga mai svelato da voi.

Da un punto all'altro d'Europa, tutta quella ciurma bifronte, diseredata di cose, che Dio tollera quaggiù come prova ai buoni, s'era raccolta alle porte delle ambasciate a riceverne gli ordini, poi s'era diffusa per ogni angolo della Svizzera, denunziando, calunniando, frugando. Era cominciata la caccia ai proscritti.

Questo lo dice lei.... calunniando i nichilisti, perchè la voce era corsa e bisognava trovare un ripiego. Il preteso signor Orloff.... Perchè preteso? Era suo marito. Sicuro. E degno marito. Soltanto non si chiamava Orloff, ma Borkì. Orloff è il nome di una terra. Il signor Borkì aveva tenuto in Odessa una casa equivoca. Arricchitosi, stimò bene di cambiar ditta.

Io non noterò come il 13 marzo il vostro ambasciatore in Parigi non avesse ancora col Governo della repubblica relazioni officiali. Non dirò i rimproveri fatti al Governo provvisorio lombardo per un timido indirizzo alla Francia. Non parlerò delle istruzioni date agli agenti vostri perchè esagerassero in Parigi le diffidenze italiane, e spegnessero, calunniando colla stampa, ogni simpatia coi Lombardi. Ma il 6 aprile protestavate formalmente contro l'assembrarsi dall'esercito alle Alpi. «Non posso intendere» scriveva il vostro ambasciatore Brignole «quali siano i motivi che hanno potuto spingere a credere la sicurezza e la gloria della repubblica esigere l'avvicinarsi dei suoi soldati alla frontiera delle Alpi. Non è quella una frontiera amica?... Perchè parlare di guerra, d'entrare in campagna?... L'agglomerazione di un corpo considerevole presso ai dominî del re potrebbe suscitare inconvenienti gravissimi». Ed il 7 aprile insisteva in nome vostro l'ambasciatore: «È necessario che la Francia intenda ben questo: se mai l'esercito della repubblica varcasse l'Alpi senz'essere chiamato... l'influenza della Francia e delle idee francesi in Italia sarebbe per lungo tempo perduta. Non si vuole l'appoggio militare della Francia, se non il giorno in cui una strepitosa disfatta avr

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