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Aggiornato: 3 giugno 2025
S'intende che per prender fiato il Giuliani vuotava il suo calice. L'oratore ebbe il plauso universale; i cavalieri lo acclamarono principe dell'eloquenza; le dame lo salutarono coi loro più amabili sorrisi.
Avrebbe dunque a morir lassù di fame, dopo aver uno ad uno noverati i singulti del moribondo figliuolo, dopo sorbito stilla a stilla il calice di quella desolata agonia. Ora la corrente, che tanto l'avea dianzi spaventata, le pareva desiderabile, come un rimedio, come l'unica speranza; poteva forse recarla ad una riva, dove alcuno la guardasse, la soccorresse.
Alla gloria di santa Caterina dell'Oreb! disse il frate scudiero, quando ebbe pieno il suo calice. Ed alla felicit
Guardò il cielo con atto disperato, come per accusarlo, nella piena del suo dolore, di quel calice d'amarezza ch'egli era forse sul punto di bere; quindi, scuotendo il capo, aperse la lettera e lesse: «Guido,
Ricondotta insensibilmente a meditar sulle proprie miserie, Diana tornava col pensiero alla dichiarazione di Bardelli, allo strappo irreparabile che n'era seguito, al vuoto che la mancanza di quell'amico fedele lasciava nella casa. E le spuntava una strana domanda sul labbro: Come si sarebbe regolata in una contingenza simile l'Adelaide Nocera? Per un calice.
Infine il pavone si servì. Guiberto allora si alza, e prendendo un calice d'oro traboccante di borgogna, dice: Alla salute dei nuovi nostri ospiti, ed al pieno compimento delle vostre speranze, principe Baccelardo. Baccelardo, così particolarmente distinto, si alza anch'esso, e risponde: Mille mercè, monsignore; ed alla vostra maggiore grandezza!
Avevo ripetuta la parola santa: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice». Bisogna dunque che lo beva? Costanza. E bisogna che io beva la mia parte: tutta la feccia. Mortella.
Padrone, o che credete, che l'Insegna dell'Altino la non ci abbia il suo buon nome per tutto il paese? Chi non lo sa, che il miglior vino di Calice viene a farsi bere nella nostra osteria? E non sono gi
Sí come essi ministri vogliono la nectezza del calice dove si fa questo sacrifizio, cosí richeggio Io la puritá e nectezza del cuore, de l'anima e della mente loro.
Era come un lavacro, come una redenzione. L'errore antico doveva esserle rimesso in nome di Colui che difese l'adultera. Si era confessata, infatti, ed era stata assolta, poichè il celebrante, dopo avere recitato il Libera, dopo avere portato il calice alle labbra per bere un sorso del vino mistico, si accingeva a comunicarla.
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