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Aggiornato: 24 giugno 2025
Quando Giacomino entrò in camera della Fanny, la ragazza, ancora in sottanino e colle spalle nude, si stava vestendo; e intanto riscaldava il caffè, ravviava la sua roba, assestava la sua camera, tutte cose che la mattina faceva a comodo, un po' l'una, un po' l'altra, fra l'andirivieni della gente da teatro, fumando un monte di sigarette e leticando col fratello.
Dopo di che, sdrucciolava al caffè o alla birreria, dov'erano i suoi compagni d'oziosaggine. Si trincava, si cinguettava d'arte ed anche di filosofia trascendentale. Qualche volta, pensando ai debiti, si studiava sul sodo un disegno finanziario; e allora, veniva magari in campo l'idea d'una colonia italiana sul territorio dell'antica Cartagine.
Flora si mosse improvvisamente e andò incontro alla Bernarda, che entrava col vassoio del caffè. Glielo tolse di mano e passò a preparare il tavolino e le sedie nella veranda.
Così dicendo suonò per la colazione, che venne portata. Rosina, cotanta agitata come vedemmo, appena gustò qualche goccia di caffè: il buon padre peraltro fece pacificamente la sua colazione; non gi
Pose la mano sul saliscendi, aprì l'uscio ed entrò. Il caffè era deserto; non v'era allora anima vivente. Chi mai va alla mattina di Natale, alle sette, al caffè? A quell'ora i più dormono ancora; e chi non dorme è in chiesa oppur prende il caffè a casa sua. I pochi frequentatori assidui del caffè nelle prime ore del mattino, operai ed impiegati, non ci vanno il giorno di Natale.
Furono i primi a entrare nel salotto: Nora, appena l'uscio si richiuse, stampò un grosso bacio, in fretta, sulla guancia del Casalbara, poi tutta rossa, scappò a mettere lo zucchero nelle tazzine del caffè.
Finivo di sorbire un'eccellente tazza di caffè, quando vidi entrare nella bottega il Perelli, sergente del nostro squadrone, un Meneghino puro sangue, impavido al fuoco, susurrone sempre. Oui ti Mi disse abbordandomi Ti è passata la malattia?.. Mi pare! Allora in servizio... Questo poi... Meno osservazioni... E che ho a fare!
Mentre sul viso dei coraggiosi si leggeva chiaramente l'ansia, il desio prepotente di misurarsi coll'inimico, i soldati di linea perdevano un tempo prezioso a prendere il caffè e a fare il chilo.
Volgendosi a RAIMONDO, con la tazza del caffè e le piccole molle dello zucchero che tien sospese su la tazza. Quanti pezzi, colonnello? Niente "cognata" ma niente "colonnello". Gi
Un urtone rompe l'incanto di quella calma. Che è? Siamo giunti a Tournus: sono le nove e bisogna trattenersi fino alle due. Meno male che troveremo qualche caffè, qualche bettola, pensammo tra noi e forse potremo anche riposare su coltri più o meno sprimacciate quattro ore. »Chi mi dar
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