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Aggiornato: 28 giugno 2025
LARDONE. Se bene il gastigo che merito saria molto, pur perché non è altro che una burla, merito piú liberamente il perdono. Giacomino, mentre studiò leggi in Salerno, amò saldamente e onestissimamente Altilia sua figliuola, desiderandola piú tosto per sua sposa che per amore; e volendo andare il mio padrone in Roma, quando passava per Napoli, mi commandò che io n'andassi al Cerriglio per preparargli l'alloggiamento; e per mia mala sorte venendo qui, m'incontrai con Cappio.
CRICCA. Disacerbare la vendetta nell'acquisto delle robbe e ricevere in burla la sua forfantaria come l'han presa quasi tutti: ti basta non aver perso nulla, e questa volta aver avuto piú ventura che senno.
In tutto il giorno trattò me, che conosce da vent'anni, come fossi il primo venuto; mentre era tutta smorfie e garbatezze per quel barattiere, per quel marchese da burla, impertinente e sfacciato... Sacripante! ho rotto l'orologio!
Egli era alto, segaligno, dagli occhi grigi, la cui espressione cupa di smarrimento dava, a prima vista, alla sua faccia lunga, olivastra, col naso leggermente schiacciato, con le labbra sottili e pallide, quell'aria sinistra che rende paurosa la fisonomia d'un pazzo. Vestiva con una certa eleganza; il che era naturale perdio! o che doveva lasciar credere che fosse un marchese da burla!
Un dí ch'era vicino a uscir del regno, ma in brama di tre giorni di riposo, da certi frati l'ebbe con ingegno: tenne dell'empio il fatto e del vezzoso. Ma perch'io sono giunto a certo segno che può l'ascoltator far curioso, la storia all'altro canto vi fia nota del piantare a que' frati la carota. Con una burla, a macco il guascon empio vive da certi frati.
«Vostra signoria mi burla, non è vero? Ella sì che debb'essere un sapiente, sebbene in giovane et
La Convenzione, diventata sovrana, andò lei ad alloggio nel palazzo destinato per burla all'ultimo dei Capeti. Col
E codesto fece per gli uomini come per le donne ch'erano con noi, e ad ogni oracolo erano esclamazioni e risa e commenti. Quando disse il mio nome, io che me ne stavo a due passi con Vittoria, tesi l'orecchio, e sentii battermi il cuore ed accelerarsi il respiro, come se si agitasse una quistione vitale. Sull'ultima fogliolina, cadde la parola «mi burla.» Oh mi burla! esclamò, è una impertinenza!
Ansioso di terminare la burla, giunsi a farmi strada in mezzo a quel diascoleto: a tentoni trovai il tavolino, tolsi via il tappeto e la luce fu fatta. I moblots accettarono la burla: bisogna convenire che non sangue, ma acqua di malva avevano nelle loro vene.
Qui riappare il solito Macchiavelli. Il mediocre imitatore del Boccaccio scompare, la burla s'interrompe e una figura s'inoltra nella commedia riempiendola. Se Nicia era la preoccupazione artistica del Macchiavelli, Fr
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