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Spugna-di-senno, alquanto brillo, mi accostò e mi disse all'orecchio: Probabilmente voi ignorate una delle più savie pratiche osservate nel nostro paese allo scopo di rendere più duratura la felicit

La trovai stupida, e spingendo la carta sulla tavola con disprezzo le dissi: Non capisce mai nulla lei! Allora ella capì il senso ch'io dava a quel gioco di parole. Si fece rossa come una vampa, e l'occhio le brillò di gioia, e guardò quella carta coll'angosciosa passione con cui si guarda addietro un'occasione che fugge... Ma non disse una parola di più.

Oppressi dal numero, fors'anche dal tradimento, cadeste; ma l'aquila bianca, non brillò mai d'una luce bella come a quell'eroico cadere, e v'è tal nazione, alla quale sarebbe più gloria l'esser caduta, come voi cadeste, che non il trascinare una vita incerta e grave del gemito e della maledizione dei popoli.

Un lampo di gioia brillò nel suo sguardo. Pur troppo è così, pensai. E gi

Dopo aver cercato un ricovero alle donne nelle rovine d'una vicina torre . Orazio si mise a percorrere in su ed in giù la spiaggia con l'intento di prestar aiuto se ne fosse stato d'uopo a qualche naufrago. E non fu invano. Fregandosi gli occhi acciecati dagli sprazzi del mare e dalla pioggia che gli flagellavano il volto parvegli scorgere sulla cresta di un maroso che brillò un istante nell'oscurit

Il duca * nel medesimo istante riapparve, e scosso Cipriano che stava immobile collo sguardo prostrato, gli gridò all'orecchio con voce cupa e tremante: Dottore, il voto vostro è ancora... Per voi, duca! Ed un lampo sinistro brillò negli occhi di Giarac

Vattene! diss'ella con veemenza, tornando a indietreggiare. Vattene mostro, che tu mi fai paura, che mi fai ribrezzo! Il greco la guardò con occhio truce; nondimeno qualche cosa di umido gli brillò sotto le ciglia e la sua faccia si coprì di un pallore cadaverico per l'ira.

La luce elettrica in questo primo quadro ne fece delle sue, brillò a sprazzi, ora fulgida come un sole, ora tremula e fioca come un lumicino da notte.

Era istupidito, inchiodato al suo posto, facendo dondolare macchinalmente la lampada che teneva in mano. Un sudor freddo gli colava dalla fronte e dalle gote, le sue membra tremavano tutte. A un tratto si tastò in una saccoccia del soprabito, e un lampo fuggitivo di gioia brillò sul suo viso livido.

Michele era di buon conto a stomaco digiuno, e chiamava le cose pel loro nome, senza rigiri o dimezzature. La sera innanzi ammetteva di essere un po' brillo; ma la mattina dopo diceva apertamente: ubbriaco, mettendoci anche di costa l'epiteto. E adesso come si fa ad entrare? seguitò egli a dire. Che cosa penseranno de' fatti miei?