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Andammo tutti insieme a pranzo: sapemmo a un'incirca tutto l'andamento preciso dell'Armata dei Vosgi: questo mucchio di uomini, abbastanza omeopatico, a cui superbamente si regalava il titolo d'armata, era allora diviso in quattro brigate: la prima sotto il comando del generale Bossak, aveva il suo quartier generale a Fontaine, paesetto, a circa due kilometri di distanza da Digione: la seconda, anticamente comandata da Delpeche, ed ora comandata dal Lobbia, si era avviata verso Langres, e non si sapevano notizie precise sul di lei conto: la terza, generale Menotti, era a Talant, e ne formavano parte le due legioni italiane sotto gli ordini di Tanara e Ravelli: Ricciotti con la quarta brigata era dalle parte di Poully, lato Nord Est della citt

La mitraglia imperversava, al nostro arrivo: i piccoli muri che custodivano i vicini giardini, erano battuti, scalcinati, rovinati addirittura da quest'uragano di nuovo genere: andare in mezzo alla spianata sarebbe stato impossibile; meno male che fu l'affare di pochi secondi!... Addossati a una cancellata di un giardino, trovammo Kane, Niklatz è le altre due guide che erano state attaccate al seguito del generale Bossak..

Non era un superiore quello che avevano perduto, era un fratello: Bossak aveva voluto dar loro di sua tasca ogni giorno il doppio della paga che le ricevevano dal corpo; ogni giorno le voleva a mensa con lui; il primo dell'anno fe' loro presente di qualche marengo: una volta che la brigata mancava di viveri provvide, sempre a sue spese, affinchè nessuno soffrisse la fame.

Si procede... riscontriamo un ferito che vien trasportato a braccia alla vicina ambulanza... Ciao ragazzi, ci dice, viva la Repubblica e noi si procede ancora e vediamo il prode capitano Vichard, capo di stato maggiore del Bossak, dilaniato da cinque ferite. Portalo all'ambulanza Mi grida il tenente. Ma... Poi ci raggiungerai... tu sai dove siamo!

Al quartier generale mi si notifica che dopo tre giorni è stato rinvenuto il cadavere del prode Bossak, e che gli si apprestano funerali solenni: non funerali preteschi, veli, che di tali sciocchezze all'armata dei Vosgi non se ne facevano di certo, ma invece un'accompagnatura con tutta la pompa che si conviene ad un generale morto in battaglia.

Nessuna notizia si aveva intanto sulle mosse del nemico; continuava e pigliava piede la voce che i Prussiani si riconcentrassero sotto gli ordini del principe Federigo Carlo per marciare poi separatamente verso il mezzogiorno della Francia, tagliar fuori il Bourbaki, e sbaragliare le nostre file e terminare così la campagna contemporaneamente alla resa di Parigi. Garibaldi continuava ad approfittarsi di questa tregua per concentrare a sua volta la piccola armata dei Vosgi. La brigata Menotti e Bossak erano in Digione: si temeva in quei giorni per Ricciotti, del quale non si sapevano sicure novelle, quantunque si bucinasse di scontri e di prigionieri fatti da lui: Lobbia erasi troppo inoltrato ed oramai era inutile lo sperare di congiungersi a lui. Canzio, coi soldati che avrebbe portato da Chambery e da Lione doveva costituire la quinta brigata; eransi anche radunate ventimila guardie nazionali mobili capitanate da Pelissier... ma di queste sarebbe meglio il non farne menzione: mai caricaturista può avere ideato dei tipi più grotteschi di loro; gli stessi popolani non potevano fare a meno di ridere in vederli passare: certe fisonomie di paura, certe arie d'imbecillit

Due batterie, una da campagna e l'altra da montagna, presero posizione accanto a noi. Poco distante tuonava il cannone; erano le truppe di Bossak e di Ricciotti, almeno lo credo, che disturbavano le mosse del nemico. Che magnifico spettacolo ci si presentò agli occhi, quando principiammo a guardare!

Le guide del generale Bossak ci annunziarono la morte di questo eroico figlio della Polonia; come erano commosse via via che procedevano nel loro racconto!