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Ed avvertite che l’impresa siciliana sarebbe rimasta infeconda, se i Garibaldini non avessero cacciato Francesco Borbone dalla sua capitale. Allora si temè che se la rivoluzione fosse penetrata sul continente, la monarchia italiana ne avrebbe patito.

⁹⁸ Palermo, Per De Luca. Il domani di Natale ebbe luogo la prima rappresentazione, alla quale altre ne seguirono negli anni dipoi quando Ferdinando II di Borbone, venuto a Palermo, ne intese parlare come di spettacolo tutto siciliano, che aveva pieno riscontro con quello di S. Carlino.

I centomila soldati agguerriti del Borbone non osavan più tener fermo al cospetto degli imberbi avventurieri, capitanati dai superbi Mille Argonauti e fuggivano e le lor masse scioglievansi davanti alle giovani schiere dei liberi, come la nebbia davanti al sole.

In mezzo alle loro grida, alle accuse di tradimento ch'essi scagliavano oggi al Papa, domani a Carlo Alberto, o al Borbone, o al Durando che non correva in aiuto dei volontari, il signor Oreste con la sua faccia serena, con la sua voce melliflua sorgeva a dire: Mi lasciano esporre il mio debole parere? E il suo debole parere era questo.

A me Borbone che apponete voi? Il diritto del popolo?

Annegato nel sangue che fece versare a torrenti il Buonaparte, nel nulla il Borbone, e Roma resa all'Italia, non vi sar

A Napoli, spettacolo unico! sette individui dell'esercito liberatore, innoltravansi nella maggior metropoli d'Italia, ed i soldati del Borbone, stupiti da tanta baldanza, presentavano loro le armi. I Volontari intanto non erano quattordicimila mentre avrebbero dovuto oltrepassare i centomila.

Dagli argomenti privati l'ufficiale passò a parlare degli argomenti pubblici, di quella maledetta politica che si cacciava dappertutto. Gli Italiani erano matti, il Papa era ein Dummkopf, uno sciocco che agitava la miccia accesa vicino a una polveriera; quel grosser Kerl del Borbone aveva avuto torto di cedere alle grida di quattro fanatici, ma si poteva esser sicuri che alla prima opportunit

Fior di Bacco corse a prenderne un gotto per modificare la sete cagionata dal lungo discorso, e Corvo s'incamminò verso il ponte levatoio, uscì dal forte e precipitossi per le vie di Napoli, onde abboccarsi coi magnati dei partitanti del Borbone, e preti e frati, e stimolarli a dar addosso agli eretici, nel gran giorno di vittoria dell'esercito liberatore. Dico precipitossi, giacchè dal giorno della fuga di Marzia e dei trecento, egli non avea riposato, e di virulente natura com'era, Corvo trovò i piroscafi e le vie ferrate lentissime, perchè non lo portavano colla celerit

Sforniti di cannoni i baluardi e scompigliate le Maestranze armate, queste pubbliche dimostrazioni, gravose al Comune, dannose alle fabbriche dei privati, cessarono. I cannoni che avrebbero dovuto servire alla difesa della patria, servirono per aiuto del Borbone in Napoli.