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Aggiornato: 27 luglio 2025
» In quell'intervallo Goccelino, che dalla donna sua si era compiutamente alienato, considerava quali spessi colloqui i due cognati avessero fra di loro, quale perfetta intelligenza, e come rammorbidivasi il cuore del fratel suo verso Bertradina. E sì che suo fratello ad affetto tenero e compassionevole non aveva ancora, e forse non aveva mai aperto il cuore! Ma Goccelino s'illudeva.
Tutte le storie dei giovani cavalieri, madonna, finiscon così, riprende l'abate salutando del capo la castellana. » Trovavasi dunque al castello una Bertradina figlia del conte... figlia di un conte, damigella della divota contessa Beatrice, giovinetta, se volete niente avvenente, ma fastosa di natali nobilissimi e d'immaculata virtù. Su di costei aveva messo l'occhio Goccelino.
Cuno giunse al castello. Tenera, effusiva dalla parte di Goccelino fu la riconciliazione. Cuno lo perdonò. Vide anch'egli intanto la giovinetta: seppe i pensieri di suo fratello. E fosse stato che Cuno palpitasse pei giorni di quella fanciulla, con un uomo che tanto ingiusto e brutale con Bertradina si era addimostrato, fosse stato piet
Donizone il cappellano poeta, divenuto altresì abate del cenobietto annesso al castello, benedisse gli sponsali; e Goccelino si menò a casa Bertradina. Fece rumore in allora che, al domani, la giovane sposa non ricevesse il morgingab dal marito . Se ne dissero delle grosse, e parecchie anche insolenti.
In fatti, continua l'abate, in una corte, in cui i laici non valevano una buccia, e la religione toccava il fanatismo, lascio a voi considerare se un frate, ed un frate favorito consigliero di due pontefici, e severo riformatore del costume degli ecclesiastici, dovesse tornare potente e gradito come un santo. Accadde dunque così. Da prima vi fu un po' di muffa dall'una parte e dall'altra, vi fu un po' di discussione, un po' di orgoglio, un poco di ostinazione, ancora qualche minaccia il frate di gastighi spirituali, quelli di temporali. Infine la contessa toglie acconciar ella le cose col padre di Bertradina, e contentar tutti tanto più che vivamente pel frate s'interessava l'unica figliuola di lei, Matilde, le quale più fanatica di tutti quanti, di nove in dieci anni, gi
Una sera che costui, addossato ad un davanzale di finestra contemplava malinconico tramonto, di sopra la sua testa, tra il merlato di una torricella, Cuno ed Alberada favellavano. Le loro parole non si udivano distinte, nè le pronunziavano tutte sul medesimo tuono. Ma Goccelino ne udì tanto che l'anima si senti lacerare e rivivere nei feroci affetti. Cuno, per compiutamente salvarla da suo fratello, raccontava alla fanciulla normanna la storia di Bertradina. Goccelino non proferì motto. La sera si addimostrò anzi lieto più del consueto e più facondo; al fratello, che immaginava gi
Così fa, e le lettere partono per due vassalli che il barone spicca. Suo suocero lo aveva da lungo tempo perdonato chè anzi non aveva mai concepita veramente collera contro di lui, perchè anch'egli credeva Bertradina colpevole, e braccheggiava dietro a Cuno, dentro Roma sicuro e despota, per vendicare la seduzione della figlia. Bonizone, giunto alla sua ora finale, agonizzava.
Perocchè Cuno non dava a quella donna che pietosi avvisi, e la confortava a sopportar paziente il disgusto che il marito aveva concepito per lei, e le cento scipite fole che sul fatto del morgingab correvano pel volgo. Sia però come vuolsi, certo gli è che dopo sei mesi Bertradina sgravò, e mise a luce una bambina. Corpo dell'ostia! grida Gisulfo, dopo sei mesi voi dite? Sì, monsignore.
Aveva quindi chiuso in un forzierino d'ebano il libro di ore di Bertradina, vi aveva aggiunto una lettera d'invio della bambina, fatta da pubblico tabellione di Soano, e l'aveva mandata a Cuno a Roma, per mezzo di un pellegrino che si recava a Nostra Signora da Loreto e che aveva tolta la missione di portarla.
Ma vanamente, perocchè la pallida spaventata faccia di quel frate gli stava sempre presente, sentiva sempre alle spalle la voce di Dio che l'inseguiva gridando: omicida! omicida!! Inoltre il padre di Bertradina ed il marchese di Toscana avevano messa taglia alla sua testa, ed ei si vedeva perseguitato da tutti dall'ira degli uomini, cui temeva la meno, e dal castigo del cielo.
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