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Aggiornato: 21 giugno 2025


Ma bisogna por mente che le Banche inglesi sono le più numerose, e soprattutto le più forti. Le altre Banche non sono che dei satelliti nel sistema planetario della finanza argentina, nel quale il capitale inglese rappresenta il sole. Quale enorme assorbimento d'energia non rappresentano da soli i dividendi che prendono la via di Londra?

Quando il cosidetto viceprincipe andava ad avvertirlo che scadevano delle forti cambiali alle Banche e che non c'era come far fronte agli interessi, il principe rispondeva: Creiamo altre cambiali, e firmava, firmava strisce di carta bollata, come avrebbe firmato una lettera di nessun valore.

La politica, il giornale, le banche, le ferrovie; e correre in cerca di quattrini; e una cambiale da rinnovare, un'altra da non pagare, e un'altra da scontare; e il ministero da sostenere e l'impresario da difendere e il discorso di un onorevole, e tutto ciò con un duello per aria, un protesto in casa, e i vizietti da soddisfare: ecco la sua vita, giorno per giorno.

E strillava: Queste sono le vere burrasche! le tremende burrasche!... Altro che aver paura di un po' di mal di mare! e affaccendata mandava il signor Daniele in traccia di notizie e di informazioni alla Borsa, alle Banche, dagli agenti di cambio, lo faceva correre di qua e di l

Il Commendatore si permetteva di osservare che la questione era complessa: che veramente un po' di miseria c'era laggiù. E non soltanto laggiù, aggiunse il barone. E non soltanto in Italia appoggiò il direttore della Banca federale. Quel che occorre è una buona circolazione monetaria e un coordinamento più razionale delle banche.

Il credito illimitato apriva le Banche a tutti. Si creavano delle fortune in poche ore. Si costruiva, si costruiva come se l'Europa intera avesse dovuto rovesciarsi qua. I terreni aumentavano di valore fino all'incredibile. L'affarismo escogitava delle imprese favolose. Si arrivò a costruire qui vicino una citt

È vero che i sostegni funzionavano male! Le Banche inglesi furono quasi le sole a resistere. Continuarono con calma le loro operazioni riuscendo a vincere il panico dei depositarî. Le Compagnie ferroviarie versarono nelle Banche inglesi i loro introiti gl'inglesi, beati loro, sono sempre uniti e d'accordo e quei milioni non arrivarono inopportuni per fronteggiare la crisi.

La supremazia delle Banche inglesi sul mercato argentino è una conseguenza logica degli errori e delle colpe commesse nel periodo dell'affarismo di recente memoria. Al sopraggiungere della crisi del 1891, caddero il «Banco Nacional» e il «Banco della Provincia de Buenos Aires» e con essi l'Argentina perdette i due unici sostegni della sua indipendenza economica.

Nell'anno appresso si ebbe un dividendo del 15 per cento sul nuovo capitale, ossia del 18.75 per cento sul capitale versato, più un altro 25 per cento capitalizzato, e l'azione rappresentò un capitale di quindici sterline. Nel 91 arrivò la catastrofe generale, il fallimento delle Banche argentine, la moratoria concessa a tutti con legge del Parlamento: fu un anno disastroso.

La produzione argentina intanto trova nei trasporti il più grave ostacolo ad uno sviluppo rapido. Le Compagnie ferroviarie se ne curano poco: esse sono in una botte di ferro. Ma se si esamina il funzionamento delle Banche nell'Argentina, si rimane ancora più meravigliati. Leggere di cose bancarie argentine è divertente quanto il leggere dei romanzi inverosimili. C'è del fantastico.

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