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Aggiornato: 28 maggio 2025


A Aspromonte è arrestato dall'esercito regio, ferito, imprigionato, prosciolto, ricondotto al suo scoglio; dove, estrattagli la palla dal piede, ma ridotto sulle grucce, dolente ancora, promove una spedizione per la Polonia insorta; dopo di che, invitato, si reca in Inghilterra ed entra in Londra fra l'entusiasmo frenetico d'un milione di creature umane, che lo salutano come un dio.

Ricordai: «che più d'un anno addietro» dopo Aspromonte «io aveva dichiarato pubblicamente ch'io ripigliava tutta la mia indipendenza e non avrei più patti se non colle inspirazioni della mia coscienza e delle circostanze» e dissi: «credere debito mio verso me stesso e il Partito serbare inviolata quella mia indipendenzaDissi: «ch'io non potevo avere fiducia nella fermezza delle deliberazioni di chi seguiva le inspirazioni dell'Imperatore Francese e presentiva che, dove le intenzioni di Luigi Napoleone diventassero favorevoli all'Austria, un telegramma di Parigi agghiaccierebbe in un subito le tendenze bellicose governative.

Partiti per un'impresa di quattr'ore, per una sorpresa, ci trovammo di un tratto capofitti nell'ignoto, con venti cartuccie ciascun soldato. Siamo in Aspromonte, ci fece il pastore, montagna deserta molte miglia all'intorno. Quivi la terra si coltiva a patate e a frumento; gli agricoltori vi ascendono dalle coste o dai più rimoti villaggi a seminare e a mietere.

Ma fedele alla propria missione, Garibaldi ritentava nell'autunno susseguente l'impresa di Aspromonte, a ciò incuorato e impedito secretamente dal Rattazzi, che nell'audace profondit

Dopo quattro notti dormite in vettura da Castrovillari a Napoli e venticinque per terra da Aspromonte a Castrovillari col firmamento per soffitto, la visione d'un letto soffice e la prospettiva di dodici ore di sonno sembravanmi l'apice della umana felicit

I militi alzarono i berretti e i cappelli sulla punta delle baionette e lo salutarono col grido: viva il nostro duce! O Roma o morte! All'epoca di Aspromonte, nell'agosto del 1862, l'imperatrice Eugenia aveva cinicamente risposto: Morte e non Roma.

Le gesta militaresche di quell'epoca susciterebbero anche ora, a tanta distanza, la indignazione dei più calmi; e molte ne compì la colonna comandata da un rinnegato, dall'ungherese colonnello Eberhardt, che venne la prima volta in Sicilia con Garibaldi e che fu tra i suoi fucilatori ad Aspromonte.

A lui, che in Aspromonte pugnava fra i pallidi insorti, tu canti ancor: «Si scopron le tombe, si levano i morti....»: quando s’addensan l’ombre de’ plumbei tramonti pei cieli, tu arridi a lui con l’inno fedel di Goffredo Mameli. Amo i tuoi stanchi ritmi, che sanno a la povera gente portare un soffio, un raggio di queta gaiezza ridente;

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