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Stamattina Selam mi raccontò, a modo suo, la storia famosa del brigante Arusi; una delle infinite istorie che girano di bocca in bocca dal mare al deserto; fondata però sopra un fatto vero e recentissimo, di cui molti testimoni vivono ancora.

Cavalli, soldati, parenti, amici, chi stramazza morto, chi vacilla ferito, chi fugge; e prima che il caid e Sid-Alì, rimasti illesi, rinvengano dallo sbalordimento, un uomo, una furia, un demonio, Arusi insomma precipita dalla collina, afferra Rahmana, se la mette in sella e fugge a briglia sciolta verso la foresta di Mamora.

All'improvviso una voce formidabile urlò nel silenzio della notte: Arusi ti saluta, o sceicco Sid Mohammed Abd-el Dijebar! Nello stesso punto, sull'alto d'una collina scintillarono trenta fucili e tuonarono trenta colpi.

Le cose durarono in questo stato per molto tempo, e nessuno era mai riuscito a scoprire chi fosse il capo della banda, quando un negoziante rifano, assalito una notte al lume della luna, riconobbe fra coloro che lo spogliavano il giovane Arusi, e ne portò a Tangeri la notizia che si sparse rapidamente per tutto il Garb. Il capo della banda era Arusi. Molti altri lo riconobbero.

Rimandarono la decisione alla mattina e si separarono. Un'ora dopo, il caid ed Alì riposavano ciascuno sotto la sua tenda; la notte era oscurissima, non spirava un alito di vento, non stormiva una foglia, non si sentiva che il mormorio del fiume e il respiro dei dormenti. All'improvviso una voce formidabile urlò nel silenzio della notte: Arusi ti saluta, o sceicco Sid Mohammed Abd-el Dijebar!

La ragione era questa: il caid della cittadella El-Mamora era in quel tempo l'antico sceicco Sid-Mohammed Abd-el-Dijebar che aveva messo Arusi nelle mani del generale del Sultano.

In fondo alla tana c'era Arusi ritto, immobile, pallido come un morto, colle braccia spenzoloni. Lo afferrarono: non fece resistenza. Lo tiraron fuori: aveva l'occhio sinistro crepato. Lo legarono, lo portarono in una tenda, lo distesero in terra, e per prima vendetta, Sid-Alì gli recise col pugnale tutti i diti dei piedi, gettandoglieli ad uno ad uno sul viso.

Il caid e Sid-Alì, uomini risoluti, invece di abbandonarsi ad una vana disperazione, fecero giuramento solenne di non radersi più la testa prima d'essersi spaventosamente vendicati. Domandarono e ottennero soldati dal Sultano, e cominciarono a dar la caccia ad Arusi, che s'era rifugiato colla sua banda nella grande foresta di Mamora. Fu una guerra faticosissima, tutta colpi di mano, imboscate, assalti notturni, astuzie, combattimenti feroci, che durò più d'un anno, e ridusse a poco a poco la banda nel centro della foresta. La banda era accerchiata e il cerchio si stringeva si stringeva. Molti dei seguaci di Arusi eran gi