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L'atmosfera di Arpino è impregnata di memorie di Mario e di Cicerone. Qui ci si trova in una delle sorgenti della storia; qui si visitano, con la stessa soddisfazione che reca nell'ordine fisico la loro ricerca, le fonti modeste, da cui ebbero origine i grandi fiumi che diffondono nel loro corso la fertilit

Arpino è uno di questi punti e nel discendere da quell'altura mi tornava in mente il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta concisamente, ma esattamente, la natura e la vita di Mario.

Le sponde del Liri. Invito il lettore ad un'escursione attraverso il paese latino, da Veroli a Casamari, da Isola a Sora e ad Arpino, da Arce ad Aquino, da San Germano a Montecassino, proprio mentre l'Italia centrale pullula di armati, mentre le Romagne hanno scosso il giogo pontificio, mentre gli animi tutti sono preoccupati dalla questione romana.

Ivi Cicerone, Quinto ed Attico si trattennero in quei colloqui che ci rimangono ancora nei tre libri, de legibus. Da Arpino, passeggiando lungo il Fibreno, pervenuti in insula quae est in Fibreno, vollero fermarsi per riposare, discorrendo di filosofia. Attico non riusciva a saziarsi di ammirare la bellezza del luogo e Cicerone, narrando che spesso vi si recava a pensare, a leggere, a scrivere, disse che trovava in quella localit

Quale stupendo panorama di monti tutto all'intorno, quali tinte calde non si perdono nei vapori dell'orizzonte! Cicerone fu figlio della pianura, non dei monti; egli, spirito vasto, radunò in quale fiume potente tutti i ruscelli dello scibile suo contemporaneo. Mario invece fu figlio delle montagne, nato proprio in Arpino, fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo salire.