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Aggiornato: 11 maggio 2025


Durante i giorni che ancora le rimanevano da passare a letto, prima che la gamba fosse guarita, ella assuefaceva il marito e gli amici all'idea di vederla partire per Venezia, parlando continuamente di quel cambiamento d'aria e di vita dal quale sperava la guarigione completa, e mentre ella era sostenuta dalla speranza di sfuggire al pericolo costante che la minacciava, don Pio passava i giorni nell'aspettativa più crudele, e la principessa si angustiava convincendosi che la sua vendetta, quella vendetta che le era costata tanti palpiti e tanto rimorso, era andata fallita o per la vigliaccheria di Ubaldo o per l'accortezza di Maria.

Era di sicuro un complice pericoloso, del quale i ladri avevano voluto sbarazzarsi... Pensai a incarnare una idea, che da molto tempo mi angustiava... I rimorsi del delitto da me commesso nel Vicolo della Luna non mi lasciavano più tregua... Vestii il cadavere, de' miei panni e lo gettai nel fiume... Stetti poi alcuni giorni errante per la campagna... Seppi che mi si credeva morto... Una notte scura, burrascosa, potei traversare il confine... Mi recai a questo convento... Chiesi di poter lavorare... e fui adoperato in alcune faccende... portar legna, tirar acqua, zappare l'orto... Pochi mesi dopo, riuscii a farmi accettare come converso, e vestii l'abito... Lina era avvisata... Ci eravamo proposti in un modo o nell'altro di far risaltare l'innocenza di Nello... Dio mi aveva toccato il cuore... Ho fatto la più dura penitenza del mio delitto, ed ero pronto ad espiarlo anche con la confessione, se non fossimo riusciti a salvare Nello in altro modo... Guardami concluse il Carminati, indirizzandosi a Lucertolo e vedrai se ho sofferto!

«Ahi sventura! al figlio del peccato, abbracciamento di sangue!...» «Tenebra di dolore angustiava i miei anni... vissi la vita del pianto... delitti, ambasce, rimorso... oh! tutto è ricompensato dalla soavit

»Alcuni giorni dopo una vecchia signora di Arona mi collocò presso Don Luigi, suo nipote, il quale da poco erasi qui fissato. »Fu una vera fortuna per me: non potevo augurarmi un posto migliore. In confronto di quanto avevo provato mi pareva un paradiso. »Solo mi angustiava il pensiero di Rosilde. »Da principio ella mi scriveva spesso delle lunghe lettere, in cui parlava di me e del nostro paese.

Le dieci erano suonate da un pezzo e Nora non compariva. Quanto era accaduto la sera innanzi, adesso lo turbava, lo angustiava. Il ritorno all'amore, l'abbandono di Nora, pensava in cuor suo, non è stato naturale. Certo era in preda ad uno stordimento, ad una esaltazione strana....

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