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Aggiornato: 1 giugno 2025


Egli era grosso come un ranocchio, magro, schiacciato il viso, nero di carnagione, tutto rughe la pelle; eppure all'estasiata madre parve la bellezza di un angioletto sceso per lei dal paradiso. Ella aveva sofferto di molto, e dolori morali e tormenti fisici; ma tutti furono obliati, o meglio benedetti, poichè le avevano procurato tanto bene, tanta gioja, tanto rapimento.

Si direbbe, replicò la forestiera, che avreste parte nella mia storia; tanto è l'interesse che vi degnate prendere ai miei casi. Quindi con una lacrima sul ciglio: È molto tempo, , signora; quel mio caro angioletto non era nato. Così tardi,... riprese Rosina turbata, lo cercate?... Ah! avesse voluto Iddio che lo avessi potuto prima, Ma da quel tempo in poi ho avuto un velo sugli occhi.

Si nascose la faccia tra le palme, e balbettò: Oh Alberto, ho paura... Ho dei tristi presentimenti... Faccio sogni orribili... Oh la nostra bimba... il nostro caro angioletto... E lasciando cader la testa sul petto, ruppe in singhiozzi.

Osservate con quanta gioia quella affettuosa madre accarezza il suo fanciullino, con quanta gioia lo bacia prodigandogli le più affettuose cure. Essa si assoggetta per lui a fatiche, a veglie, a inquietudine con costanza e quasi con gioia, per avere un sorriso, un bacio del suo angioletto. Come scrive Giusti nella sua poesia: «In ogni pena, un nuovo affetto impara

Tu, Diana, sei una creatura perfetta.... E per questo mi si danno tante afflizioni! ella disse, guardando Adolfo con una certa intenzione. Non credevo d'avertene mai date io, riprese Adolfo, ma se tu pensi altrimenti, vorrei sapere.... Oh, tu vuoi saper troppo! E Diana gli sorrideva: ma tornò presto a rannuvolarsi. Dunque, che hai, angioletto?

Parola Del Giorno

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