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Aggiornato: 18 giugno 2025


Perchè in questa seconda anticamera eravamo tenuti d'occhio da un agente in borghese, seduto in mezzo a noi come un muto. Conversando, si almanaccava sul tempo che ci avrebbero fatto perdere. Federici manifestava la sua opinione che anche De Andreis sarebbe stato trattenuto. Qualche altro pregava quest'ultimo a prendere l'uscio intanto che era libero.

Venimmo chiamati a due a due, e a due a due venimmo legati, polso a polso, con una catenella, da un maresciallo dei carabinieri alto e spalluto. Eravamo così appaiati: Valentini e Chiesi, Seneci e Federici, Cermenati e Romussi, De Andreis e Girardi. Uscimmo ed entrammo in una folla di circa ottanta arrestati. Il balcone del palazzo di questura era gremito di altri monturati con alcuni borghesi.

Infatti il De Andreis, repubblicano intransigente, rivoluzionario fino dal 1892, figurò sempre fra i capi e promotori di tutti i comitati e circoli repubblicani di Milano, ne fu delegato ai congressi, ed era uno dei cinque membri del Comitato centrale repubblicano italiano trasferito da Forlì a Milano, e talvolta ne tenne la presidenza; fondò poi in ogni porta della citt

L'accusato De Andreis, fino dall'epoca in cui era studente, professò apertamente opinioni repubblicane, fondò giornali, fece attiva propaganda delle sue teorie, coll'istituzione di circoli, conferenze e discorsi pubblici, tendenti sempre allo scopo di cambiare violentemente alla prima occasione la costituzione politica dello Stato, parlando sempre con sarcasmo della persona del Re e della sua reale famiglia.

Tuttavia, quando andava Majno a trovare qualcuno di loro, rinasceva la discussione con un po' di fede. Me l'ha detto lui adesso! Egli si crede, legalmente, in una botte di ferro. Volete che Majno non sappia quello che dice? De Andreis faceva il suo solito risolino e voltava le pagine del libro che aveva fra le mani. Per lui, erano chiacchiere inutili.

Io, De Andreis, Romussi e Federici passavamo parte della giornata con lui. Nessuno di noi poteva adagiarsi sul suo letto a pagamento, senza che venissero alla superficie filate di queste schifose bestioline che fanno pancia col vostro sangue. Mi diceva Turati che di notte sciupava il tempo con questi puzzolentissimi insetti che non lo lasciavano dormire.

Quando non ordinavano il risotto alla certosina o la polenta col fegato in comune, Romussi mangiava i tagliatelli al sugo e la costoletta coll'osso, Turati un piatto di carne e due uova strapazzate, De Andreis vi aggiungeva un po' di gorgonzola, Federici faceva precedere al pollo o al fegato la zuppa alla pavese e Valera alternava le uova al tegame con la pasta al burro, ben cotta.

Parola Del Giorno

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