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Aggiornato: 2 settembre 2025
Un'ora dopo era soldato d'Italia, col suo farsetto di tela e il suo berretto di cotone, in attesa del cappotto grigio e del cheppì, che sarebbe andato a cercare in giornata. Per intanto, se voleva, andasse a prendere la sua razione di pane.
REPETITORE. Aspettate, ché nunc venio. MASTRO ANTONIO. El voio aspettar a ogne modo. Trin, trin, trin. REPETITORE. Bona dies, Dominatio Sua. MASTRO ANTONIO. A no sudo, no; a so' be' stracco. Che xe del mistro? REPETITORE. È andato a negoziare. MASTRO ANTONIO. Ello me disse che mi vegnesse a zercarlo. REPETITORE. Se volete venire in casa, fate voi. MASTRO ANTONIO. Sí, de grazia: ve nne priego.
Il marchese Antoniotto si volse allora al Collini, che era rimasto pensieroso in mezzo all'anticamera; ma in quella che stava per volgergli la parola, si udì un grido dallo studio, e il tonfo, di un corpo che stramazza sul pavimento. Che cos'era egli mai accaduto? Chiusosi a mala pena nella camera, Bonaventura era andato sollecitamente all'armadio.
Quel buon padre era andato a far l’acquisto del miglior libro di cucina che si trovasse in commercio. Entrò nel salotto dicendo:
Quando fosse andato a Lugano o altrove, chi gli renderebbe questa felicit
«Quanto?» «Non meno di cinquanta ducati, e forse di più.» «Ma quando si potrebbero contare?» «Quand'io potessi sapere di certo ch'egli, il Visconti. se n'è andato a Venezia.»
Eh! sì, sarebbe meglio.... Ma se vedesse in quale stato!... Ero andato a dare un'occhiata ai cavalli come faccio ogni sera, poi stavo per recarmi a dormire, quando dalla porta della stalla dalla piccola porta che d
V'era in quel tempo un uom ricco a Parigi, che un giorno fu lo scudiere d'Orlando, come si legge, chiamato Terigi, ch'era pel mondo andato assai girando, quando s'usava, seguendo i vestigi del conte, che gran re venía ammazzando, e duchi e cavalieri carchi di perle ed oro e gemme a gran costo d'averle.
Sette!... Non è vero? Proprio sette!... Bisogna aprire la finestra, è l'ora.... il sole se ne è andato, non vi è pericolo che la luce troppo viva mi faccia male. E siccome Ernesta indugiava, non sapendo se dargli retta o no, il cieco soggiunse: Me l'ha concesso Agenore, che è pieno di scrupoli.
Un giorno tra gli altri, mentre la mamma era in stretta e confidenziale conversazione colla zia Vincenzina nella sala della veranda, Ezio e Flora coll'aiuto di Moschino trascinarono nel corridoio delle stanze superiori un vecchio e pesante baule, non ancora esplorato, che conteneva non so quante centinaia di volumi degli atti ufficiali del Parlamento subalpino. Che se ne doveva fare? abbruciarli era peccato: nè si voleva ingombrar stanze e scaffali con roba fuor di stagione. Ma intanto conveniva far passare quei grossi volumi che potevano contenere note e postille di qualche valore, Da un'ora i due giovani lavoravano con intenso raccoglimento, in mezzo a una nuvola di polvere, presso la finestra del balcone, levando dalla cassa i libri, che andavano disponendo in una lunga fila sopra la tavola accostata al muro. Lavoravano in buona armonia, come due camerati, comunicandosi a vicenda le loro scoperte, con tanto gusto di sentirsi vicini che non si accorsero nemmeno che il cielo s'era andato via via oscurando e che un fosco temporale rompevasi gi
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