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Aggiornato: 19 giugno 2025


Amedeide magg. st. 7 L'orgoglioso Ottoman. ...... min. ivi Orgoglioso Ottoman. Fan caldi prieghi a Dio le Rodie genti, Onde aiti l'esercito Cristiano. Contro Amedeo pieno di spirti ardenti Prova di guerra far desìa Ottomano: Muovonsi l'armi ai bellici cimenti; È ferito de' franchi il Capitano: Di Fernando per man colpo discende, Che morto Alfange in sul terren distende.

Del vecchio Capitan l'orme seconda Alfange il bel, che da le belle ciglia Spande luce vaga, e gioconda, Ch'altrui d'amare, e riverir consiglia; Pel non avea, che su le guancie asconda La fresca rosa, che fiorìa vermiglia, E d'or la fronte per lo crin splendea, Che pura e tersa, e sovra gli altri ergea.

Dassi a Rodi battaglia, e i traci arcieri Caggiono a fasci, ove combatte Enrico; Ma, lui piagato, audace opponsi ai fieri Su la rotta muraglia, il Duce antico. Fernando, gloria dei famosi Iberi, Alfange in altra parte ha per nemico; Ma temuto il rampogna, e l'offende, Che dispossato in sul terren lo stende.

In quel momento duro stral pervenne, Colpo d'Astorgo, al Cavaliere Ispano; Astorgo in mezzo il petto il guardo tenne, E sciolse il dardo, e non lo sciolse in vano. Ch'al tergo il ferro, e sovra il sen le penne Fur del quadrel: Diego cadde sul piano, E rimembrando i genitori ei piange. Ma verso i Turchi favellava Alfange: LVI

Tal sta Fernando, e contra lui per via Tal fassi Alfange; ei la faretra in posa Lascia sul tergo, e da vicin ferìa che romperli il calle altri non osa. Pur Diego l'incontrò, Diego d'Urìa, Germe tra' più gentil di Sarragosa, Di morte sprezzator, pur che si scriva Suo nome eterno al suo grande Ebro in riva,

Un d'april, che la stagione acerba Sen fugge, ed è del Sol più chiaro il lume, Per le campagne io mi godea su l'erba L'odor de' prati al mormorar d'un fiume; Ed ecco in pompa di tesor superba, Ed in sembianza oltra l'uman costume Alfange a gran destrier lentava il morso, Seguendo l'orme d'un bel cervo il corso.

Pregio di guerra è dimostrar valore, Alfange, ei dice, ove il nemico assaglia; Però, se quinci ti corona onore, Di piaghe e di morir nulla ti caglia. E quei, le ciglia, cui mortale orrore Ad ora ad or più scuramente abbaglia, Solleva alquanto, e con l'ardire usato Rende risposta al Cavaliero amato: LXVII

Parola Del Giorno

branchetti

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