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Aggiornato: 23 giugno 2025
Ed io sostengo, disse l'arcivescovo di Salerno, che il pontefice ha fatto sgozzare Alberada in qualche fondo di chiostro, giusta la condanna dei canoni, come colei che violò le leggi claustrali. Ma in quali canoni, monsignor riverito, dimanda il priore, ha vostra mercede letto di codesta crudele condanna? Per il carro di s.
Mio Dio! mormora Alberada sommessa. Indi scende alle scuderie, continua l'abate e simulando ordine premuroso del barone, si fa aprire le porte del castello e fugge in Germania dove l'imperatore lo accoglie con ogni amorevolezza, e gli tiene la parola datagli a Parma. Il povero Ildebrando intanto......
Ildebrando resta calmo e mutulo. Ed Alberada soggiunge: Sta bene, adesso vi dico che assumo l'impresa, e che metterò ogni mia sollecitudine perchè Guiberto si concili con voi e con la Chiesa.
Conciossiachè se Alberada ebbe quella delicata di ricondurre il priore sotto le leggi della Chiesa ed a riconciliamento con Ildebrando, Ugone una più difficile doveva compierne, e nel tempo stesso segreta, per modo che la politica del pontefice doveva sentirsi, non dichiararsi di qual si voglia maniera.
Alla loro vista Gregorio spalanca gli occhi, e dopo averli squadrati un momento, senza aspettare che parlassero, corrugando la fronte in modo accigliato, dimanda: Ed il priore? Il priore è fuggito « risponde Alberada con fermezza. » Ed io io Alberada moglie di lui, rammentando il giuramento di Ildebrando nel castello di Cariati io gli detti questo consiglio.
Ed io torno a dirvi, becco di un prete, ruggisce il principe vinulento anch'esso ed alzandosi del pari, che voi mentite come un giudeo, perocchè Roberto Guiscardo sposò mia sorella, quando, trovandosi parente di Alberada, l'aveva gi
Alberada discese con pena l'aspra roccia alla cui vetta sorgeva il castello, ai cui piedi starnazzava la citt
I soldati longobardi, che lungi dal custodire le mura si deliziavano a bevere a isonne, furono avvisati da Alberada del rumore crescente che udivasi per la citt
Pensate quindi a compiere la vostra parte, chè io farò di sdebitarmi della mia. Dio ci secondi, risponde Alberada. E l'abate uscì.
I baroni, che intorno a lei avevano fatto cerchio, al vedere così angelica creatura stupefatti traggono indietro, e l'abate di Cluny sclama maravigliato: Alberada! la ripudiata consorte di Guiscardo!
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