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Aggiornato: 15 giugno 2025
Quando la moglie venne ancora ad assiderglisi presso, egli lottò dentro di sè e finalmente ruppe il silenzio ripetendo con voce affievolita: Ernesta! La povera donna die' un sussulto, come se avesse udito la voce d'un defunto, e facendosi forza e guardando il marito con espressione di profonda piet
La poesia dopo aver perduto il Da Costa, discepolo del Bilderdijk, poeta religioso ed entusiasta, e il Genestet, poeta satirico, morto giovanissimo, non ha più che pochi campioni della generazione passata, i quali tacciono, o cantano con voce affievolita. In peggiori condizioni è il teatro. Gli artisti olandesi incolti e declamatori, non recitano per lo più che drammi o commedie tedesche o francesi, male tradotte, che l'alta societ
E di qual natura poteva egli essere questo segreto che resisteva all'amicizia? O forse che io non ero più l'amico di Raimondo? ovvero la sua fede nell'amicizia s'era affievolita tanto da farlo rinunziare alla confidenza? Per gran tempo mi dibattei in questi pensieri.
Comunque, lo ripeto, ti ho perdonato, e la mia amicizia per te non si è punto affievolita. Vedine infatti la prova: ho una buona notizia che ti risguarda, e mi affretto a comunicartela. Ma procediamo con ordine, come dice mio zio, quando discute. «Ero venuto con lui a Lucca, per queste acque che gli hanno decantate.
Alla vista del sangue che ne sprizzava, agli strilli spasmodici del fantolino, il violento gettò lo stile, e maledicendo e bestemmiando fuggì. Che cuore l'amorosa Rosalia all'udir questo fatto! Affievolita dal travaglio del parto, in quello stato in cui ogni commozione può divenire micidiale, fu per soccombere.
I vetri verdognoli mandavano una mezza luce quieta, affievolita ancora dal loggiato ad archi sul quale mettevano due finestre, mentre una terza che si apriva verso il vecchio camposanto, una delizia di cortiletto chiuso da alte muraglie, lasciava a mala pena entrare un barlume di giorno, un chiarore da chiostro, da sagrestia, o da stalla.
Comanda la lucerna? chiese a bassa voce la cameriera. No, rispose Milla, con voce stranamente affievolita. Va pure.... voglio riposare. La giovane uscì, in punta di piedi. Il silenzio della stanza era grave e solenne.
Quando fui solo, ricordando Raimondo e i nostri anni di collegio, fui tratto a pensare ad Eugenio. Egli si era recato da qualche anno a Roma per perfezionarsi nell'arte del disegno, e vi aveva fama di buon pittore. Gli scrissi una lunga lettera e gli palesai, come la fantasia me lo raffigurava, lo stato dell'anima di Raimondo, i suoi dubbii, le sue ansie. Ma non osai dirgli come io lo credessi tanto mutato da essere fatto insensibile all'affetto; non osai dirgli, e non osavo dirlo a me stesso, come io riputassi affievolita d'assai nel suo cuore quell'amicizia che gi
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