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Aggiornato: 17 maggio 2025
Il titolo di abate che va inseparabile dal nome del Meli; molte sue poesie, piene di facile e amabilmente stoica filosofia, hanno dato origine alla creazione del personaggio fantastico d'un poeta gaudente, sensuale, adulatore, parassita. Si diceva: Il poeta ha adombrato sè stesso nella Cicala da lui cantata: Cicaledda, tu t'assetti Supra un ramu la matina, Una pampina ti metti A la testa pri curtina, E dd
Aveva un volto rosato e giovanile, adombrato da capelli biondissimi, con un nasino vôlto in su, e due occhi cerulei lucentissimi, pieni di quel fuoco fosforico che dinota un gran fervore di concupiscenza, e una colonna vertebrale soggetta a troppo frequenti fremiti.
Sulle prime, la cosa durò fatica ad avviarsi. Milla era terribilmente impacciata nella sua lunghissima gonnella di amazzone, e non sapeva raccapezzarsi in nulla. Era molto bellina però, e nell'ampiezza del maneggio la sua figurina delicata, acquistava una nuova leggiadria. Il collo pareva veramente finissimo, quasi esile, così stretto nel collettino ritto, fortemente insaldato, o compito alla chiusura da un nodo di cravatta color verde cupo. Il visino tanto giovane e fresco, coi capelli, strettamente raccolti sulla nuca, e adombrato dalla breve falda d'un pioppino inglese, pareva quello d'un giovanotto di primo pelo. Drollino durava fatica talvolta a non distrarsi, guardandola in quell'aspetto nuovo, che tanto armonizzava colle aspirazioni della sua irresistibile vocazione. E per due ore al giorno, sinchè fu assento il Duca, egli si trovò colla Duchessa, così vestita e affidata completamente a lui. Toccò a lui a metterla in sella, a insegnarle il maneggio delle redini, le chiamate, le attitudini. Milla trovava la cosa ancor più seria di quanto s'era immaginata; non andava avanti che a furia di buona volont
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