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Aggiornato: 19 maggio 2025


I limiti che possiamo assegnare al gruppo del Terminillo sono a S., partendoci dal confine della provincia d'Aquila con quella di Perugia, il corso del fiume Velino che scorre dapprima nella bella e fertile piana di Rieti e, ricevuto al confine dell'Abruzzo Aquilano il fiume Salto, passa sotto Cittaducale e si volge a SE. con corso tortuoso per addentrarsi in anguste gole nelle quali correva l'antica via Salaria. Ad Antrodoco il confine meridionale del gruppo lascia il Velino e segue il corso del rio Corno; poi risale verso NE. la ripida valle fino a Sella di Corno (1000 m.) e scendendo pel versante opposto nella valle del Raiale raggiunge il fiume Aterno (che dopo la confluenza col Gizio nel piano di Sulmona prende il nome di Pescara). Il corso superiore dell'Aterno, dalle sue sorgenti che sono a NE. di Montereale in territorio di Aringo nel monte Capo Cancelli a 1347 m., segna il confine orientale, il quale da tali sorgenti pel Passo dell'Aringo prosegue lungo il fosso Basciano, lungo la stretta sua valle fino alla confluenza col Tronto a N. di Amatrice e poi per buon tratto lungo il fiume Tronto fino alla confluenza con la Neia. Qui comincia il confine settentrionale che segue il fosso la Neia dapprima e sale poi al Monte Pozzoni (1912 m.) a N. di Cittareale e raggiunge il confine montuoso della provincia aquilana coll'Umbria. Questo confine in direzione di NO. segna pure il limite da questo lato del gruppo del Terminillo, il quale passa per il Monte Oro (1295 m.), per il Monte del Trognano (1321 m.), per la Forca di Rescia e il Monte d'Ocri (1230 m.), attraversa il fosso Corno, e per la cima del Carpellone (1462 m.) volge a S. formando il limite occidentale: pel monte La Pelosa (1635 m.), il Colle Lungo (1652 m.), il Monte di Corno (1735 m.), i Monti di Ceresa e il colle La Forca (1294 m.) scende a raggiungere la valle del Velino nel punto gi

Domandai se per avventura esisteva nel palazzo qualche ricordo della presenza di quest'uomo singolare, ed il custode mi fece vedere un ritratto di Cola, che teneva nella sua stanza. Questo ritratto, dipinto ad olio, lo rappresentava in abito di senatore, con la testa dai riccioli neri, coperta da un berretto rosso. La sua testa grande e molto espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava la fisonomia larga e grassa che si dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo di sua vita. Il naso aquilino, di profilo prettamente romano, rivelava energia; lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto il ritratto lessi queste parole: Nicolas Calabrini dit De Rienzi, tyran de Rome en 1347. Questo ritratto non aveva, a dire il vero, verun carattere di autenticit

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