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Io pure son forte... vedi queste braccia? hanno calati fendenti mortali laggiù... vedi questa cicatrice che mi sfregia? l'ebbi al passaggio del Po, combattendo da prode... ed avrò paura d'un codardo seduttore? no, no, figlio, non temere... son forte! Oh , siete forte!... ma povero! Colui, lo so, è ricco... ma per Bizco... Zitto, padre mio... ecco Zelmira. Non una parola, Pierio!

Stille di freddo sudore le bagnavan la fronte, e le guancie scarne ed infossate lasciavano leggere su quel viso sfatto la storia dei patiti malori e delle lunghe angoscie. Dalla bocca semiaperta scorgevansi i denti bianchi e levigati, e le labbra aride e senza moto mettevano in animo il ribrezzo dell'agonia. Zelmira affannosamente respirava e lenti erano i battiti del cuore.

Lui?... Arrigo?! con sorda voce ripetè il padre di Zelmira. Lui? chiese Pierio, che incerto e concitato guatava con raccapriccio il sinistro aspetto di Bizco e mirava con ansiet

Oh Signore, mi si squarcia il cuore... troppo viva è la piaga che m'avete aperta!... Dio, Dio mio, richiamate a voi me, non lei!... giovane, bella, gentile! Oh Signore, accogliete la preghiera mia... lasciatela a' suoi cari... alla madre che dispera!!! Suvvia, Tecla, non v'accorate troppo: Iddio prova il vostro affetto... inchinatevi a lui! Zelmira forse...

E a quell'uomo, abbronzato in volto e dalla mano di ferro, si inumidivano le ciglia al triste ricordo dell'onta. Padre, anche quando sarò morta, vi ricorderete di me? della povera vostra Zelmira, innocente... sventurata?... , n'è vero? Non era bella Zelmira, ma due grandi occhi neri che le brillavano in viso la facevano leggiadra e amata, che i giovani del contado corteggiavanla.

Mamma pronunciò con fioco sforzo Zelmira Mamma, sto morendo e ti saluto per sempre. Via, non piangere... così vuole il Signore e non sta bene la ribellione... fa di darti pace ed anche allo zio porgi coraggio e consolazione.

Mamma Tecla, mamma Tecla, dite... e Zelmira? La vita manca ad ogn'istante alla mia povera figliuola. Poveretta! se la vedeste! pare un cero; pallida, dimagrata, sparuta, sorride con un riso angelico e foriero di morte! Povera Zelmira mia! presto, pur troppo, mi sarai tolta! e allora non ti vedrò più!

E siccome il giovane esitava alquanto ed alzava le palme quasi pregasse, Bizco replicò con ira mal repressa: Lo giuri? Lo giuro! Mia buona Zelmira... adorata figliuola mia... come stai oggi?... e la tosse?

La sua fossa è distinta da una croce... Oh Zelmira mia! Recati l

Contavane appena diciotto, eppure quanti guai avevano spenta nel di lei giovane cuore la poesia della vita! Tradita nel suo unico amore, come rosa avvizzita dal vento gelato dell'Alpi anzichè sbocci, Zelmira deperiva, dimagrava, soffriva: destino fatale la trascinava alla tomba, senza posa, senza tregua!