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Quand'egli, in compagnia del cameriere dell'Illustrissimo, aveva cercato di tirar dalla sua anche il malaccorto cappellano, non lo fece per altro fine, che per ravviluppare l'infamia da lui meditata in una tale matassa che non fosse più possibile, in qualunque caso, trovarne il bandolo. Servire al capriccio dell'Illustrissimo, non era il suo scopo. Superbo e vile nello stesso tempo, egli aveva sempre strisciato nel fango; ma in cuor suo disprezzava, abborriva coloro che stanno in alto. Entrato in grazia di non pochi signori, fra quelli che per inerzia o spensierataggine aman di trovare aperta a ogni lor cenno la borsa di qualche usuraio, egli aveva tesa intorno a una gran rete d'intrighi e di baratti; e vedendo crescer l'oro ne' suoi scrigni, agognava il momento di potere alla sua volta disprezzare, come s'era veduto per tanto tempo disprezzato e calcato nel suo niente. Così, egli s'era abituato a fare il male, colla sorda volutt

L'infinito armento umano ha lasciato sulle cose, nell'aria, per ogni dove le sue tracce. Le pietre delle soglie sono consunte; gli angoli sono smussati, scavati, allisciati e anneriti dalle centinaia di migliaia di mani che vi hanno strisciato su. Più in alto, all'altezza dei volti, le tavole serbano dei segni più vivi di questo doloroso passaggio: li direi le tracce delle anime. Sono nomi, date, frasi d'amore, imprecazioni, ricordi, oscenit

Il rovescio dei coperchi delle botole, le secchie, i barili, le antenne, le assicelle, tutto è tinto di rosso, strisciato di bianco o di azzurro. Il casotto dove stan le famiglie dei marinai è anch'esso colorito come un chiosco chinese, e ha i suoi vetri limpidissimi e le sue tendine bianche ricamate e legate con nastri color di rosa.

Flora, che amava la voce delle cose, mentre Bortolo s'era fermato a cangiar quattro parole coi pastori, andò a sedere in disparte sopra alcuni tronchi rovesciati e appoggiata la testa al palmo della mano, seguiva mentalmente la linea del paesaggio, colle casette scure che mandavano i tetti fino al suolo, umiliate sotto le ramificazioni ampie e bizzarramente frondose delle piante, che ricamavano il cielo bianchiccio strisciato da un'ultima venatura sanguigna. Dentro all'armonia sparsa e mescolata delle campanelle risuona una voce continua e profonda di acque correnti, di vento che fugge carico del buon odore del fieno. La giovenca chiama il torello dal fondo del prato, la capra si querela sulla roccia da cui ti guarda cogli occhi gialli: guizzano nei fondi umidi come spilli d'oro le lucciole: esce dalle stalle il morto tonfo delle cose misto al comando della voce umana. E voci ed ombre e lumi vagano lentamente nell'oscurit