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Rosolino Pilo in una scaramuccia coi Borbonici mentre i Mille facevano alcune fucilate nelle vicinanze di Renne fu colpito da un piombo nemico, mentre si accingeva a scrivermi dalle alture di S. Martino, e stramazzò cadavere. Italia perdeva uno dei più forti di quella brillante schiera, che col loro coraggio e nobile contegno menomano alquanto le sue umiliazioni e le sue miserie.

GIACOCO. Se tu metti mano alla votte, io metterò mano alle bòtte pe sse spalle: schitto che ti muovi a far delle toie, quanno torno te faraggio provare che zuco renne cótena, pe l'arma delli muorti mei. Iacoviello mio, me ne vao; covernamitte. GIACOCO. Che hai vervesiato, chiattelluso, scummabruoccuoli, aguiento da cancari? CAPPIO. Il Cielo vi facci tornar presto!

Nel campo di Renne, ove i Mille eran sequestrati da piogge dirotte, v'era mestieri di notizie certe sulla situazione di Palermo. Quell'invitta popolazione fremente, di quel fremito che fa tremar la tirannide corazzata d'acciaio ed assiepata da baionette, era tenuta dopo l'eroico tentativo del 4 aprile nel più assoluto e rigoroso stato d'assedio.

Renne è famosa nella campagna dei Mille per due giorni di copiosa pioggia, passati senza il necessario per affrontare le intemperie, ove fu assai incomodata la gente, ma ove quel pugno di prodi provò: esser disposto ai disagi siccome a disperate battaglie. E tu onore di pianto Ettore avrai Ove fia santo e lagrimato il sangue Per la patria versato, e finchè il sole Risplender

Dopo alcune scaramuccie coi Borbonici a Renne, i Mille impresero quella famosa marcia di notte verso Parco, che li mise in facili comunicazioni coll'interno, e la parte orientale dell'Isola marcia che io non ricordo d'aver veduto simile, e tanto ardua, nemmeno nelle vergini foreste dell'America.

Dalle belle pianure d'Alcamo e di Partinico la colonna ascendeva per Borgetto sull'altipiano di Renne, da dove dominava la conca d'oro e la Regina dei Vespri che confesso se fra le sue cento citt

Renne sarebbe una posizione formidabile, se nello stesso tempo ch'essa domina lo stradale da Palermo a Partinico non fosse dominata dalle alture immediate a mezzogiorno e tramontana che appartengono ai monti irregolari che circondano la ricca vallata della capitale.

'O Signore v' 'o renne, Nunziá!... E facite cose bbone! Trase! 'O marito vuosto! Annetiello! E comme va?... Iate, iate, nun ve ne ncarricate... Mo nn' 'o manno io... Se'! Topp' 'e faccia! 'Onna Nunziata, 'a raziella vosta! E mme vulite fa pass