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Nora, entrando nel salotto basso, tetro colle tappezzerie giallognole, trasudanti l'umidore, aveva sentito venirsi in faccia una zaffata di rinchiuso e di cavoli riscaldati: si guardò attorno: appeso in alto, alla parete di mezzo, il ragionier Vigliani collo spillone di brillanti, sorrideva dal suo grande ritratto ad olio, fra le oleografie di due sultane.

Il ragionier Vigliani si sar

Il ragionier Vigliani, inquieto, cominciò a sospirare, alzando gli occhi al cielo, stringendosi nelle spalle, allungando le braccia. Voglio saper tutto, ripetè la duchessa. L'altro, ancora un po' sossopra, balbettò: Allora mi farò coraggio... per ubbidirla, e cogli occhi cercò il posto dove sedersi.

Il Casalbara ora rimasto indignato da quella lettera. Non rispose nemmeno al Kloss: pensò di scrivere invece al suo amministratore, il ragionier Vigliani, per quanto anche questo passo gli riuscisse penoso.

Ma poi, vedendo che nemmeno la sommissione così pronta, così umile riusciva a placare Eleonora, tornò a gemere, a tossire, a sospirare, a mormorare tutto tremante e intirizzito: È finita!... È finita per me! La duchessa, subito la mattina dopo, per far più presto, invece di mandare a chiamare il ragionier Vigliani, si recò lei stessa, direttamente al suo studio.

Sdegnoso, puntiglioso, ostinato nel "guadagnare il suo pane" lo era altrettanto nel non voler toccare, vedere i denari "dello stipendio". Li doveva riscuotere sua moglie.... come sua moglie soltanto doveva ricevere il ragionier Vigliani e il signor Galli. E sdegnoso, puntiglioso, ostinato, così facendo credeva anche di vendicarsi!

Prego, faccia avvertire il ragionier Vigliani che c'è la duchessa di Casalbara, disse Nora, a mezza voce, in fretta, allo scrivano, che faceva anche da portiere. Questi, un bel giovanotto ben pettinato e colla camicia scollata, non lasciò la signora duchessa ad aspettare in anticamera, ma la fece passare, andandole innanzi, e spalancando gli usci, nel salotto privato del ragioniere.

Nora vergognandosi di dover confessare i dissesti e i debiti, cominciò ad accusare il ragionier Vigliani di aver abusato della fiducia e della spensieratezza di suo marito. Matteo Cantasirena sentenziò gravemente: Tutti così i ragionieri, gli amministratori! L'aritmetica è la scienza degli imbroglioni. E andò alla finestra ad ammirare anche il giardino: Stupendo!

Desiderava vedere tutti i bilanci per esteso; desiderava un abboccamento col ragionier Vigliani. Lo conosceva, era un galantuomo. Pregava soltanto la signora duchessa di avvertirlo con un biglietto, che la mattina dopo si sarebbe trovato al suo studio. Così, su due piedi, non poteva certo formarsi un giudizio, un criterio dello stato reale del patrimonio.

Ma quando Nora gli disse che il ragionier Vigliani voleva quasi imporre di vendere il palazzo di Milano e la villa di Casalbara, Matteo Cantasirena dimenticò il povero Numa e montò su tutte le furie: si era gi