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Un paio di tamburini, qualche piffero, uno, due uomini che battevan le castagnette, raccoglievano intorno a loro una folla disordinata di maschere popolari: re, regine, caprai, pulcinelli, orsi, mastini, inglesi ubbriachi, dottori e baroni imparruccati, turchi neri come pece, vecchie armate di fusi e di conocchie.

Seguendo un mio pensiero segreto, io dissi: Dunque stasera comincia la novena.... , , stasera. Io guardavo Anna che parve scuotersi e prestare un'attenzione insolita al discorso. Quanti sono i montanari? Cinque rispose Maria che sembrava minutamente informata di tutto. Due cornamuse, due ceramelle e un piffero.

Davanti alla mula, gualdrappata e inghirlandata come un cavallo di corte, camminavano tre sonatori col tamburo, il piffero e il cornetto, sonando furiosamente; dai lati e dietro, venivano i parenti e gli amici, uno dei quali teneva i bimbi fermi sulla sella, un altro porgeva loro dei confetti, altri li accarezzavano, alcuni tiravan schioppettate in aria saltando e gridando.

Ricorderò soltanto che quando uno straniero qualunque invade il paese, ogni soldato, dal piffero al generale in capo di quell'esercito straniero, dev'essere trattato come assassino, e non con i guanti di seta, come generalmente succede in Italia.

D'altronde le idee dell'Agata erano assai modeste. Essa non aveva che un solo desiderio: trovare un marito che non fosse un piffero di montagna, e vivere vicino ai genitori, nel villaggio ove era nata, occupandosi del suo compagno, dei figli, coltivando i fiori, allevando degli animali, e rendendo tutti felici, uomini e bestie. Era convinta che non occorre cercar la felicit

Ah! chi non ha visto la banda d'Alkazar, quei dieci sonatori di piffero e di corno, vecchi di cent'anni e ragazzi di dieci, tutti a cavallo ad asinelli grossi come cani, cenciosi, mezzi nudi, con quelle teste rase, con quegli atteggiamenti di satiri, con quelle faccie di mummie, non ha visto, credo, lo spettacolo più lagrimevolmente comico che si possa dare sotto la volta del cielo.

I soldati che tornano hanno tutti un'elmo, un fucile preso ai Prussiani; un giovinetto ha un piffero e fischia un'arietta in mezzo agli applausi di tutti. Passano dei prigionieri; tutti gli guardano, ma nessuno alza un grido... il popolo sente la generosit

Tre suonatori tenevano intorno a un altro cerchio più grande di tutti gli altri. Le figure, i movimenti e la musica di costoro mi fecero una singolare impressione. Erano tutti e tre strambi, di statura altissima e curvi dai piedi alla testa come le figurine grottesche che rappresentano la ci maiuscola nei titoli di certi giornali illustrati. Uno sonava il piffero, l'altro un tamburello a sonagli, il terzo uno strumento stravagante, una specie di clarinetto, mi parve, combinato, non so come, con due corni da caccia divergenti, che mandavano un suono non mai sentito. Questi tre sonatori, ravvolti in pochi cenci, stavano stretti l'un all'altro, di fianco, come se fossero legati, e sonando continuamente e disperatamente il medesimo motivo, l'unico forse che sonavano da cinquant'anni, facevano il giro dell'arena. Io non so dire come si movessero. Era un non so che tra l'andatura e il ballo, certi scatti come della gallina che becca, certi stringimenti di spalle, fatti da tutti e tre con una simultaneit

E dopo tante cure, tanti affanni, qual frutto? Domandatelo a quei tanti artisti di merito, che da molti anni se ne vanno pel mondo con un violino o con un piffero... La domenica fatale era giunta... Suonavano le nove del mattino, quand'io sentii bussare leggermente alla porta della mia celletta. Son io, disse il sagrestano avanzandosi con esitazione. Che vi ha di nuovo? Una disgrazia.