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Ella viveva ancora. Si pigliavano per mano: Pietro le parlava sottovoce, come un bambino, pieno di carezze nella intonazione, dicendole che l'amava, che le voleva bene, che l'adorava, che la idolatrava, che era la sua mamma cara, unica, immensa. Ella stava a sentire, come rianimata da quella voce tutto amore, respirava meglio, la mano non bruciava più tanto, la fronte non aveva più quei sudori gelati. Ma quando, in fondo alle parole del figliuolo, ricompariva, inconscia ma fatale, quella interrogazione; quando quel dimmi, vago ma insistente, ritornava sulle labbra del figliuolo, quando la curiosit

Ella la comprendeva, l'amava, l'adorava attraverso quelle rozze immagini, senza la parola volgare del clero, abbandonandosi talvolta all'onda dei cori, che i contadini intonavano nei vespri dentro la chiesa colle loro pronuncie bizzarre. Le pareva allora come uno di quei murmuri di boschi o di acque, sotto i quali si abbassa involontariamente la testa pensando.

Nelle lunghe giornate di bonaccia, nelle notti tranquille, o fra lo scatenarsi delle tempeste, egli pensava sempre ad Enrica: a lei soleva riportare ogni sua azione: s'ispirava all'affezione per lei: sapea ripetersi quasi ogni parola che essa gli avea detto nella lunga loro dimestichezza: la rivedeva in tutti i suoi atteggiamenti capricciosi, in tutta la sua florida bellezza: l'amava, l'adorava, la vezzeggiava: la fantasia, come accade, gliela metteva innanzi più perfetta ch'ella non fosse.

poco conosceva donna Rosalia, poca memoria serbava della impressione da lei fatta sopra di lui, che soltanto per conto proprio se ne preoccupava! Infine io non le feci promesse, dicevasi; ciò bastava a tranquillare la sua coscienza. Amava un'altra, l'adorava; era scusa sufficiente dinanzi a stesso. Sapeva che la duchessa aveva per donna Rosalia dell'affezione.

Si gettò in ginocchio, le afferrò le mani, le chiese perdono, con accento rotto, appassionato, le giurò ch'egli l'adorava, che non era realmente colpevole, che ciò ch'ella aveva udito non era stato che l'espressione d'un momento di delirio passeggero.... un capriccio passeggero, senza base, senza conseguenze.... E iterava proteste, ardenti e sincere, com'era in quel momento, ardente e sincero il suo ravvedimento.

Essa avrebbe dovuto confessarle anche la sua corrispondenza clandestina; i suoi due peccati, che non si era perdonati ancora e che giorno e notte le stavan infitti nella coscienza, come due freccie avvelenate. No, no: non lo avrebbe mai fatto. Perdere a un tratto la stima della mamma che l'adorava, che la credeva infallibile, impeccabile. No, no, ella tacerebbe ancora e sempre.

Come adunque non l'avrebbe creduto il principe, che l'adorava?... Aveva errato nell'amare quella fanciulla d'indole più che perversa, sopratutto se per lei aveva tradito un'altra; ma ora, come presumere ch'ei si arrestasse? Chi saprebbe farlo su un delizioso pendío cosparso di fiori, ai piedi del quale non scorge il precipizio in cui può cadere?

Lui si sgomentava. Sua moglie non capiva, ma egli l'adorava. Quando comprese che la seccava, narrandole le sue idee, non gliene parlò più. Si tenne per i suoi sogni. Lei sola, a casa cominciava ad annoiarsi. Voleva uscire; lui non poteva accompagnarla. Orribilmente e taciturnamente geloso, la lasciò uscire sola.

Le si gonfiò il cuore ricordando il tempo in cui suo padre l'adorava, non aveva occhi e cure che per lei, la sua unica figliuola; il tempo in cui la gente diceva che egli la viziava! Come era felice allora!.... per certo avrebbe riso su la faccia a chi le avesse predetto che quella tenerezza esclusiva dovesse un giorno mutarsi in indifferenza.

Il tavolino fu presto rimosso: la principessa colmò il principe di carezze: sembrava frenetica, una baccante. Egli l'adorava, senza limiti, e la stringeva fra le sue braccia come una divinit