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Prima di conferire col Medici essi chiamarono ad adunanza i Condottieri principali della Lega Grisa ed esposero loro che era intenzione del duca Francesco Sforza di porre un termine a quella guerra per mezzo d'amichevoli trattative, a cui il nemico comune erasi mostrato disposto ad aderire.

Trascorse pressochè interamente il febbraio senza che giungesse avviso al Castello d'alcun movimento nemico, talchè sembrava che tanto il Vestarino quanto i Capi della Lega Grisa fossero accordati nell'attendere che al Medici pervenissero gli aspettati soccorsi pria di nuovamente cimentarsi con lui. Il Castellano nel frattempo adoperava ogni mezzo per raccorre soldati dalle tre vicine pievi e dai dintorni, ma l'opera sua e quella de' suoi capitani poco profittava, poichè era gi

Trovavasi allora in Milano Lodovico Vestarino, capitano rinomatissimo che aveva battagliato a lungo al soldo dei Veneziani e degli Svizzeri, e s'aveva quindi acquistata somma perizia nei combattimenti navali e nelle guerre pei monti: nessun altro parve al Duca ed al De-Leyva più adatto ad aversi il comando dell'esercito destinato ad agire contro Gian Giacomo Medici. Chiamato a Corte ed affidato a lui l'incarico di quella guerra, prese sotto i suoi ordini numerose colonne d'uomini d'armi; ne mandò notizia alla Lega Grisa; e poco dopo la met

Due nemici assai più potenti di lui gli stavano ai lati, i quali non poteva sperare fossero mai per accordargli pace: il primo era il Duca soccorso dagli Spagnuoli, il secondo i Grigioni confederati con altri Cantoni Svizzeri formanti, come dicemmo, la formidabile Lega Grisa.

La conferma evidente e sicura d'una tanto vantaggiosa novella, di cui s'aveva prima incerto sentore, mitigò nell'animo del Medici i torbidi pensieri destati dalla mal riuscita d'entrambe le ambasciate. Ei vedevasi bensì decaduto da ogni speranza di sovrano sostegno da lui lungamente nutrita, ma la tempesta che il minacciava era lontana ancora, e le nubi non annerivano che d'una striscia l'orizzonte del suo politico cielo; i nemici attuali erano più ostinati che invincibili, e se le guerre intestine forzavano la Lega Grisa ad allentare la foga degli assalti, egli poteva per lunga pezza tenere piede fermo contro il Duca. L'Imperatore doveva avere altro ad attendere che a mandare eserciti contro di lui; d'altronde in que' monti i battaglioni regolari e la cavalleria non potevano dispiegarsi campeggiare: egli era certo della fede de' proprii capitani e delle bande de' suoi armati, possedeva un Castello quasi inespugnabile e una flotta numerosa, quindi il ridurlo agli estremi non doveva essere l'opera d'un istante, e poteva ancora ricorrere a cento mezzi di soccorso. Fatte rapidamente simiglianti riflessioni, s'alzò, e stendendo la mano a que' suoi fidi: "Abbiamo scoperto, disse ilaremente, che pensano di noi i due gran Re: conosco che m'ingannai, credendo abbisognare di loro protezione: noi sapremo da noi stessi tenerci indipendenti e liberi a Musso più ch'essi nol siano a Parigi ed a Madrid: che nessuno sappia quanto fu qui detto tra noi". Ed uscendo di l