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«La dimissione mia, chiesta al Governo della Toscana ed al generale Fanti, non è ottenuta ancora. Prego Vostra Maest

Per altro, non credeva di dover tanto soffrire, obbedendo alla voce della propria coscienza. Fu una triste giornata quella in cui gli annunziarono che la dimissione del tenente Sospello era stata accettata. Ah, non voleva stare neanche un giorno alla berlina delle condoglianze. Le sue valigie erano fatte, in attesa dell'evento.

Si vuol la mia dimissione. Si vuole ch'io ceda il campo senza battaglia. Ebbene, no, assolutamente no. Se si vuole la mia dimissione forzata, si venga a intimarmela, se si spera d'avere la mia dimissione spontanea, la si avr

Lagnarsi? È presto detto. In che modo? Aspettare che cascasse il ministro; , fra due o tre anni, e intanto divorarsi l'affronto. No, niente aspettare; perciò aveva mandata la sua dimissione. Cosa amaramente spiacevole per lui, quanto edificante per tutti, la sua dimissione era stata accettata a volo. Brutto momento, vedersi così di punto in bianco fuori dell'uscio!

Il colonnello nel frattempo gli fece capire che se avesse voluto ritirare la domanda della dimissione, ciò vedrebbero molto volentieri e il reggimento ed egli stesso; Carlo rispose che non avrebbe più cinto una spada finchè non si trattasse di combattere un nemico straniero. «Tornato alla esistenza di semplice cittadino, cercò un impiego privato e l'ottenne presso una casa di commercio.

Menzogna nelle asserzioni fondamentali; menzogna nei particolari; menzogna in voi, menzogna nei vostri agenti; menzogna, arrossisco in dirlo per la Francia che avete cacciata in fondo, negli ultimi a smarrire la tradizione dell'onore, nei capi del vostro esercito. Avete vinto colla menzogna, e tentate giustificarvi colla menzogna. Mentiva il generale Oudinot, quando egli, per illudere le popolazioni e spianarsi, trafficando sul nostro amore per la Francia, la via di Roma, serbava fino al 15 luglio intrecciate in Civitavecchia la bandiera francese e la nostra bandiera tricolore ch'ei sapeva di dover rovesciare. Mentiva impudentemente affermando in un suo proclama che la maggior parte dell'esercito romano s'era affratellato col francese, quando tutto lo stato maggiore diede, protestando, la sua dimissione, quando soli 800 uomini oggi anch'essi disciolti accettarono le condizioni di servizio proposte. Mentiva vilmente quando, dopo avere solennemente promesso in iscritto di non assalire la citt

Volgiamoci all'altro proclama, e vediamo con quali formole il Capo di Sorveglianza annunzii la propria dimissione: «Cittadini ladri, truffatori, manutengoli, barattieri, furfanti d'ogni specie che costituite la maggioranza della Societ

Quando questa mia rivelazione fu letta in Torino, si levò tale una tempesta contro il Gallenga ch'ei s'avvilì. Scrisse lettere sommesse e pentimenti del trascorso giovanile: diede la sua dimissione di Deputato: rimandò non so qual croce che gli avevano appiccata al petto, come indegno di farne mostra, e dichiarò solennemente nel Risorgimento del novembre 1856 ch'ei rinunziava d'allora in poi ad ogni atto e scritto politico. Poi, mendicò di bel nuovo ad un collegio di ignari la Deputazione e si fece corrispondente pagato, per le cose d'Italia del Times, nelle cui colonne egli versa due volte la settimana oltraggio e calunnie sui volontari Garibaldini, sull'esercito meridionale, sugli artigiani associati, sul Partito d'Azione e su me. È decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignit

Roselli, generale in capo dell'armi repubblicane e uomo degno di tempi migliori, diede, protestando, la sua dimissione e quella di pressochè tutti gli ufficiali del piccolo esercito; Pisacane la diede con essi, e ripigliò le vie dell'esilio.

«Prima di finirla, vorrei dire due parole sul fatto speciale che ha provocata la dimissione del Gran Proposto e la mia. Nel rapporto che io presentai ai Tribunali relativo alla violazione della legge di dilazione per parte dell'Albani, io so di non aver peccato contro il dovere di primate legale.