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Era con quella veste di seta che Giovanni Serra, vedendola tutta bionda e gentile, tutta piccola e graziosa, tutta fine e giovanile, con un gran cappello di merletto crema, col vento che sollevava e gonfiava la molle stoffa, in quella veste le aveva dato, il più buono, il più onesto, il più innamorato de' suoi adoratori, le aveva dato il soprannome poetico e quasi fragile di madame la marquise. Dinnanzi al tessuto chiaro e morbido su cui si delineavano delicatamente i fiorellini rosei, Emma Lieti vedeva risorgere nella sua immaginazione la sola figura degna di uomo, incontrata, nella vita, quel Giovanni Serra dai fieri occhi d'un azzurro d'acciaio, dalla figura snella ed elegante, dai capelli che erano passati al castano: quel giovane adoratore così ardente, e così mite, così geloso e così indulgente, così austero per i terribili e continuati peccati di frivolezza che ella commetteva e così disposto irresistibilmente a perdonarglieli. La veste di seta dai tenui colori le rammentava quell'uomo che solo aveva osato rimproverarle l'infinita nullit

Nel bel mezzo di quel pianerottolo sorgeva una piccola torre. Dico che sorgeva, e sarebbe più giusto il dire che cascava a pezzi. Era stata edificata nel 1816, per servire come stazione trigonometrica agli ufficiali che delineavano la carta topografica dello Stato Estense. Non cercate più ora quella piccola torre; mezzo diroccata ai tempi del nostro racconto, crollò del tutto qualche anno dopo. Oggi è surrogata da un bel torrione, di cui gli scienziati si faranno un osservatorio e gli alpinisti potranno farsi un ricovero. Così, quando l'opera sar

Sull'aspetto di colui che passeggiava nel giardino si delineavano passioni più umane. Vi si vedeva il riflesso di un fuoco interiore che faceva bollire il cuore prima d'infiammare il cervello. Le rughe irregolari che screpolavano la sua vasta fronte si armonizzavano con quel sembiante abbaruffato, con quelle labbra carnute, ma smorte, con dei denti acuti e giallastri, con un mento sporto in su e un naso fieramente aquilino dalle narici ovali, aperte, irritate, con delle sopracciglia aggrottate, lucenti e nere, tendenti a ravvicinarsi. Queste altere sopracciglia non temperavano punto il bagliore di due pupille piccole e nere, d'altrettanto più petulanti che erano fisse direi quasi rapprese sopra due globi, il cui bianco aveva del giallo di avorio con delle piccole serie rosse ed azzurre. Il tuono affoscato dell'orbita augumentava la profondit