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Ogni mutazione, che si faccia nelle monete, porta pregiudizio poco meno che universale; e si sono mostrati sopra al capitolo decimosecondo quali siano i danni che al pubblico ed a' privati nascono dal crescer della valuta di esse.

Quindi dal mescolarsi quegli interessi e quegli uomini in tutta la penisola nasceva fin d'allora, fin dal principio del secolo decimosecondo senza dubbio, il bisogno d'una lingua comune o italiana; e cosí nasceva quella di che trattò Dante centocinquanta o duecento anni appresso come di lingua giá antica, quella che crebbe di necessitá in que' mostri di assemblee, che dicemmo simili alle moderne d'Irlanda.

Perché, se l'imperatore volesse valutar i suoi talleri, ch'egli batte nella zecca di Cremnitz nelle cittá Montane, piú carantani o craizeri del solito, non per questo farebbe guadagno effettivo, ma perderebbe bensí molto nell'entrate sue e ne' suoi dazi, che si contano a carantani; il che spiegammo sopra, al capitolo decimosecondo.

Ma il peggio è che i soldati alzano da loro stessi la valuta alle monete migliori, cambiandole quasi per forza a maggior prezzo; e si trovano principi che non solo lasciano correre il disordine, ma l'autorizzano col suo pagare eglino stessi gli stipendi dei soldati a' prezzi abusivi che sono stati introdotti, allettati dal vantaggio che sente in quel principio l'erario: ma ne pagano di poi un'usura ben grande nella diminuzione delle entrate regie, ch'è una necessaria conseguenza dell'alzamento stesso, come si dimostrò sopra il capitolo decimosecondo.

Ad ogni modo, comunque cresciute le lingue romanze fino al secolo decimosecondo, non è dubbio che in tutto questo e nel seguente decimoterzo il primato tra esse fu delle due lingue francesi, d'oil e d'oc. è difficile a spiegare. Il primato, od anzi ogni grado di dignitá e potenza delle lingue, viene in ogni secolo dal primato e da' gradi d'operositá delle nazioni che le parlano.

E quindi parmi chiaro che da costoro incominci e venga in gran parte quel pervertimento, e poi quella perdizione quasi totale della vera virtú o spirito militare, che è pur troppo innegabile in Italia. Innegabilmente, questa virtú sussisteva ancora ai tempi delle fazioni di Milano, di Tortona, di Crema, d'Alessandria, d'Ancona e di Legnano, nella seconda metá del secolo decimosecondo.

Ora, ne' due secoli decimosecondo e decimoterzo la grande operositá europea o cristiana fu quella delle crociate; e nelle crociate furono sommi operosi i francesi.

Ogni volta adunque che permette un principe il corso ne' suoi Stati alle monete forestiere d'oro o d'argento a maggiore valuta dell'intrinseca bontá loro, ne viene come necessaria conseguenza, attese le ragioni e l'esperienze addotte nell'antecedente capitolo, l'alzamento delle proprie monete, a cui seguitano i danni spiegati nel decimosecondo capitolo.

E noteremo delle cittá in generale: che elle giá non si reggevano si resser piú in niuna di quelle forme originarie, quasi universali e piú semplici, de' consoli del secolo decimosecondo, o de' podestá del principio del decimoterzo; che ogni governo cittadino s'era mutato in forme diversissime, e variabilissime, secondo la preponderanza de' ghibellini o de' guelfi, de' nobili antichi o de' nuovi, de' popolani dell'arti maggiori o delle minori, od anche dell'ultima plebe, ad ogni decennio, ad ogni lustro, ad ogni anno; che questi governi quali che fossero, quand'eran di parecchi, si chiamarono la «Signoria»; e quando d'uno costituito legalmente o illegalmente, il «signore» dagli amici, il «tiranno» da' nemici; e che insomma le divisioni e suddivisioni e diversitá e gelosie ed invidie e pettegolezzi d'Italia non furono cosí moltiplici mai come in questo secolo.

L'ordine di questa nostra narrazione vuole, che per noi si esponga un prospetto dei casi della famiglia di Svevia, nei secoli decimosecondo e decimoterzo. La nostra mano si accosta tremando a vergare queste carte, imperciocchè i fatti dei feroci che vissero in cotesti tempi infelici appaiano scritti col sangue; occorra pagina di storia, che non gridi delitto. Chiunque ricusasse prestare fede a quanto andremo narrando, sappia che non seguirebbe sano consiglio, avendolo noi raccolto da antichi e da moderni Storiografi. Per questo sar