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E Io, con le vostre orazioni, volendo eglino ricevere, lo' farò misericordia; e, non correggendosi la vita loro, la dignitá, che essi hanno, lo' sará in ruina. E con grande rimproverio da me, sommo giudice, ne l'ultima extremitá della morte non correggendosi pigliando la larghezza della mia misericordia, saranno mandati al fuoco etternale.

cognosce la virtú, me che so' cagione di darli la virtú che gli vita, la dignitá nella quale egli si conserva e viene a grazia col mezzo della virtú. che vedi che 'l non cognoscere gli è cagione del suo male. Èvi dunque di bisogno d'avere questo lume, come decto è.

Però perdonate gli insulti villani, con che ne strapazzano oggi que' popoli stessi che un tempo o ne lodavano o taciturni rodevansi d'invidia pe' nostri trionfi letterari: alle calunnie, ché calunnie pur anche piovono addosso all'Italia, non istate ad opporre altro che la dignitá del silenzio; e cadranno di per .

che, per virtú e per la dignitá del sacramento, gli dovete amare: e odiare dovete e' difecti di quegli che vivono miserabilmente; ma non però farvene giudici, ché Io non voglio, perché sonno e' miei cristi, e dovete amare e reverire l'auctoritá che Io ho data a loro.

Attende, carissima figliuola, che, manifestandoti l'excellenzia delle virtú di costoro, Io piú pienamente ti mostrarrò la dignitá nella quale Io ho posti questi miei ministri. Questa è la chiave del sangue de l'unigenito mio Figliuolo.

E' quali prima eleggevano la morte che volessero offender me e sozzare la faccia de l'anima loro e diminuire la dignitá nella quale Io gli avevo posti, ma crescevano la dignitá e la bellezza de l'anime loro.

Unde questa reverenzia non debba diminuire mai perché in loro diminuisca la virtú, nei virtuosi de' quali Io t'ho narrato delle virtú loro e postiteli ministratori del Sole, cioè del Corpo e del Sangue del mio Figliuolo e degli altri sacramenti, però che questa dignitá tocca a' buoni e a' gattivi: ogniuno l'ha a ministrare, come decto è.

E se a qualche rigoroso zelatore della dignitá degli studi spiacesse forse di veder messi in mostra dall'autore non solamente i vantaggi morali, ma con lunghe parole anche i vantaggi pecuniari, noi lo pregheremmo di considerare che anche questi non vogliono essere trascurati, perché non poco concorrono a produrre il bene de' popoli.

Chi ne fu cagione che tu ponessi l'uomo in tanta dignitá? L'amore inextimabile col quale raguardasti in te medesimo la tua creatura e inamorastiti di lei, e però la creasti per amore e destile l'essere acciò che ella gustasse e godesse il tuo etterno bene.

E tu debbi tenere per necessitá e non per dilecto; questi dilecti sonno degli uomini del mondo, e i tuoi dilecti debbono essere i poveri e il visitare gl'infermi, sovenendoli ne' loro bisogni spiritualmente e tenporalmente, però che per altro non t'ho Io facto ministro dátati tanta dignitá. Ma, perché tu se' facto animale bruto, però ti dilecti in essi animali.