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Dalla sua gastalda, che trovai sullo stradone, ho potuto sapere che il professore è andato a Collalto, ch'Ella era venuta a questa parte.... E s'arrestò un istante fissandola con intensit

E fu con un senso di ripugnanza ch'ella riconobbe nel solitario passeggiatore il pievano di Collalto, don Giovanni Morganti. Secondo il suo costume il degno Prè Zuan se ne veniva lentissimamente, col cilindro all'indietro, colle lucide guance vivamente arrossate, col sigaro di Virginia all'angolo della bocca sdentata.

L'ottimo conte orso, il quale coll'andare degli anni diventava sempre meno socievole, tanto che ora pareva un miracolo se mai si decideva a lasciare anche per poco il suo delizioso romitorio di Collalto, aveva fatto sempre un'eccezione a' suoi usi per la famiglia Sant'Angelo. Veniva di raro, ma cordialmente, come ad una festa.

Ora quella mattina una ragazza di Collalto, capitata a trovare la Vige con cui eran da lungo amiche, le aveva, tra le molte storielle del suo villaggio, narrata pur quella di un magnifico tiro, che un certo suo parente, colono del prete Morganti, furbo trincato e maestro insuperabile di burle, aveva fatto un paio di giorni innanzi, e questa volta non gi

Delle dicerie che correvano pel paese l'eco era giunta fino al romitorio di Collalto: si parlava vagamente di gravi dispiaceri domestici in casa Sant'Angelo, si narrava di una forte scossa nella salute del professore, soggiungendosi anche ch'egli non potesse più reggere a fatiche della mente, così che aveva pur dato rinuncia a varî ufficî pubblici, da lui per tanti anni tenuti nel paese con appassionata operosit

Le voci corse in paese sull'"innamoramento" del professore giunsero assai propizie al prete di Collalto, che subito vi scorse un mezzo più che favorevole per soccorrerlo ne' suoi non confessati, ma fermi propositi di vendetta.

Scemata la calca, il teatro diventa, per così dire, una famiglia; rimangono i consueti frequentatori, che si conoscono tutti tra loro; si gira liberamente da un capo all'altro dell'emiciclo, dando un saluto a diritta, una stretta di mano a sinistra, appuntando il canocchiale sulla mostra di avorii molli che fa la marchesa Collalto, sui diamanti della signora Vallechiara, sugli occhi della signorina Morati che brillano assai più dei diamanti e, a parer mio, valgono anche di più; si naviga insomma con placido remeggio in un lago di cui si vedono d'ogni parte le sponde, di cui si conosce ogni promontorio, ogni golfo, e sto per dire ogni seno.

In mezzo a costoro, più fiero di tutti, col lievito di un vecchio rancore, che non aveva peranco potuto trovar sfogo, don Giovanni Morganti, il prete-archeologo di Collalto.

La storiella rimontava ad un paio di anni ed aveva avuto origine da un singolare processo che per il corso di molti mesi era stato argomento di ardenti discussioni in tutto l'alto Friuli. Si trattava di una querela sporta contro il professore Sant'Angelo al tribunale di Udine da un notissimo prete di Collalto, don Giovanni Morganti, a proposito del diritto di propriet