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Sul Piazzale di Porta Roma erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio pirotecnico, deserta la via di faccia ad essa, ove, sul principio, è la semplice e nuda fabbrica dell'Arcivescovado a cui seguono altre fabbriche basse e la Riviera Casilina, recinta da una fila di casette rossastre.

Ma ora ella si liberava dallo scialle, lo raccoglieva sul braccio e gli si rivelava, immobile, ritta di faccia a lui, e muta, e tutta illuminata dalla fronte al petto. Allora l'uomo esclamò: Gue'! Letizia!... Ah, tu sei, dunque? E voltandosi a una porticina socchiusa, dietro la quale borbottava una vecchia voce femminile, annunziò: È Letizia di Riva Casilina... Letiziella... Quella del furiere...

Sul ponte del Volturno, con le spalle rivolte alla Riviera Casilina, e ritta sul parapetto, si stagliava sul livido cielo la statua di S. Giovanni Nepomuceno: un rigido braccio era steso al fiume e la mano spiegata ne benediceva il queto cammino trascorrente lungo le umide rive, a occidente. Erano ancora illuminate, in quel marmo barocco, la testa del santo e il busto suo quasi tutto: le membra inferiori, gi

Era notte. S'era spento l'incendio del bosco, il cielo s'era chiuso, un velo plumbeo subitamente era sceso sulla Riviera Casilina e la nascondeva. Nell'ombra, alcune forme confuse passavano sullo spiazzo e si disperdevano. Allora ella mosse dal ponte verso il Corso Appio. Traversò lo spiazzo con celere passo, tutta raccolta nello scialle, affrettandosi.

E Letizia, che s'appressava, la udì infine mormorare con voce quasi di pianto: Tu si' Letizia d' 'a Riva Casilina... E a un tratto si sentì afferrare le mani, se le sentì avvincere ai polsi e piegò, e quasi s'abbandonò su quel corpo palpitante e un po' molle da cui, nell'ombra afosa della stanzuccia, vaporava un alito tepido di gioventù e di salute.

Era anche lui deciso di finirla e non s'attardò sotto le tende; la sera dell'11 per sentieri impraticabili sfilando in perfetto ordine e silenziosamente nelle vicinanze del campo nemico, marciò per Zagarolo, sostò un poco nella osteria della Colonna sulla via Casilina, e con un lungo giro come se venisse da Tivoli ricondusse la propria gente a Roma, lieta se non di riportata vittoria, di onorato successo.