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Maggiore aperta molte volte impruna con una forcatella di sue spine l'uom de la villa quando l'uva imbruna, che non era la calla onde saline lo duca mio, e io appresso, soli, come da noi la schiera si partine. Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova 'n Cacume con esso i pie`; ma qui convien ch'om voli;

Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, Montasi su Bismantova in cacume Con esso i piè; ma qui convien ch'uom voli. E qui è stato il padre della patria; disse Gino, salendo anch'egli «con esso i piè» ma non senza fatica sull'erta del monte.

Giù per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume li occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s’io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s’io al vero son timido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico».

Giù per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume li occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s’io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s’io al vero son timido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico».

Dapoi che incominciai dolce amarte E scorgier l'occhio mio per lo tuo lume Mutai per compiacerte ogni costume La lingua, il cor, lo stil, l'inchiostro, e carte Et venni a piè dil monte ad adorarte Sperando o stai salir l'alto Cacume Ma il grave peso, & lo mortal volume Signor non mi lasso, l

O dolce amor che di riso t'ammanti, quanto parevi ardente in que' flailli, ch'avieno spirto sol di pensier santi! Poscia che i cari e lucidi lapilli ond'io vidi ingemmato il sesto lume puoser silenzio a li angelici squilli, udir mi parve un mormorar di fiume che scende chiaro giu` di pietra in pietra, mostrando l'uberta` del suo cacume.

Giu` per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume li occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s'io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s'io al vero son timido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico>>.

Giu` per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume li occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s'io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s'io al vero son timido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico>>.