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Non cessava intanto il tuonare dei cannoni e dei mortari dal di fuori, mentre le bombe ed i razzi piovevano dal Castello; ma non per questo ritiravansi i difensori, che sempre capitanati dallo Speri, combattevano con tanta valentia e costanza, da tornare ad onore anche dei più esperimentati e disciplinati veterani.

Il pensiero, che bisognava rompere ogni ceppo lo ossessionò. Passò tra gli anarchici estremi e fu estremo tra di loro. Non condivideva le idee dei più. Essi volevano propagandarle colla parola, colla stampa, coi giornali. Egli non trovava questi mezzi sufficienti; voleva che si passasse alle vie di fatto, alle bombe, al pugnale, alla rivoluzione. Bisognava spazzare chi la pensava diversamente; mettere rapida fine all'attuale societ

In tal caso i giudici avrebbero udito la sua franca parola; uno scatto fiero e sincero dell'anima italiana, ribelle ad ogni giogo e stanca di ubbidire a mille tiranni. La sola scelta del luogo gli era difficile. Dove lanciare le bombe? In chiesa? Avrebbe colpito i tiranni della teocrazia, ma la borghese non si sarebbe scossa. Avrebbero ascritto il tentativo ad uno sfogo di anticlericalismo.

Il padre ne vide spaventato la discesa; l'ascrisse all'educazione religiosa datagli dalla madre. Questa morì di crepacuore al vedere il figlio ateo ed anarchico, all'udirlo parlare di bombe e di pugnali, ed al notare in lui un odio particolarmente intenso e fanatico contro il pensiero cristiano e la Chiesa, un odio tanto più inesplicabile quanto più grande era stata la sua antica fede.

Dormire, e non sognare, oppure sognare rivoluzioni, bombe, tiranni uccisi, aristocratici e borghesi sfracellati in un mare di sangue; sognare vescovi scannati, papi col ventre squarciato; la rivoluzione, la grande rivoluzione, operazione terribile ma necessaria, che sola può salvare l'Italia. Maledette campane! Si avvolge ben bene nelle coltri, cela la testa nel lenzuolo e cerca sonno.

E si contentarono di far ancora un po' di chiacchiere finchè Mario terminava una vignetta dove pretendeva d'aver rappresentato la rivoluzione del quarant'otto con bombe, barricate e una tal confusione nella quale non si poteva raccapezzare nulla, tanto che anche il futuro artista dovette concludere che i quadri storici non erano il suo forte.

Purchè le bombe gli dissi ridendo non mandino alla fine per aria chi si diverte a lanciarle! «Audaces», etc. Ricordo ancora un po' di latino.

Girò irrequieto su e giù nella stanza da studio, tormentato dai suoi antichi sogni, il cui ricordo, strana cosa, non lo abbandonava. Aprì due volte lo stipo e lo rinchiuse. La vista delle bombe non gli faceva più piacere. Una voce interna lo rimproverava: Tu fai contro la luce. Ed egli sentiva, che la voce non aveva tutti i torti. L'anarchia? L'unica tavola di salvezza. Gettare la bomba?

Questi piccoli eserciti saranno costituiti di truppe celeri e specialmente di artiglieria d'assalto cioè tanks terrestri e tanks anfibie che colla solita striscia scabra o ventre di bruco supereranno boschi, colline, fiumi sorprendendo il nemico. Vi saranno inoltre areoplani-fantasmi carichi di bombe e senza piloti, guidati a distanza da un areoplano pastore.

Non pensò, che qualche minuto prima aveva deciso di non gettare la bomba; di rinunziare, per il momento, a quell'atto di vendetta sociale; di dire a Narciso, che avrebbe atteso tempi migliori. Non sentì che rabbia e sdegno per l'antico amico ed un'avversione grande contro di lui... Che aveva da fare? Rimanere fedele alla decisione presa poc'anzi e procrastinare il getto delle bombe?