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Il generale Roca, durante la sua ultima tournée in Europa, andò a visitare Bismarck, che nell'eremitaggio di Friedrichsruhe era diventato come l'oracolo politico di tutti gli statisti in vacanza. Si dice che in quella circostanza l'Oracolo, interrogato su ciò che pensava dell'Argentina, rispondesse, fra una boccata e l'altra della sua pipa leggendaria: Il vostro paese non avr

Un granellino di ragione Bismarck lo trovò anche nel pandemonio della Comune di Parigi. Negli eccessi della recente rivoluzione parigina riconosciamo in parte il fanatismo della furia partigiana latina, ed anche un po' della grandiosit

Tra tutti gli errori in cui i partiti possono incorrere, il più perdonabile è senza dubbio l'inverso giudizio fatto di un uomo politico entrato da poco nelle lotte della vita pubblica; eppure la media degli uomini rimette più volentieri qualunque altro errore, fuori di questo. La lotta dei liberali contro il conte di Bismarck ha condotto anche noi tedeschi a fare la poca onorevole esperienza, che solamente alla banale vanit

Frattanto l'egemonia sui popoli latini aveva sofferto una nuova scossa dalla rivoluzione spagnuola; e l'urlo di rabbia rintronante per tutta la Francia contro il conte Bismarck accusato di essere il macchinatore dell'insurrezione, provò di nuovo, che i francesi non pensavano tuttora ad altro che alla guerra alemanna, e ciò appunto perché non erano capaci di condurre con pacata e grave perseveranza a compimento l'opera della loro riforma interna. Calmo e saldo lo stato germanico seguitava intanto il suo grande cammino. Finalmente Napoleone si risolvé di conquistare il suo Belgio contro la volontá della Prussia. La contesa per le ferrovie belghe lo aveva indotto ormai nella persuasione, che non avrebbe potuto acquistare un sol pollice di terreno col consenso della Prussia. Il maresciallo Leboeuf, pieno d'indubitata fiducia, gli dimostrò la superiorit

I bimbi mi fanno ricordare della celebre esposizione di figure della signora Tussaud. Non mi pentii d'esserci stato; ma n'ebbi un'impressione quasi più penosa che gradita. Appena entrato, mi trovai dinanzi al cadavere di Napoleone III, steso sul letto in grande uniforme, di maresciallo, così mirabilmente imitato, che provai repugnanza ad avvicinarmi. Mentre lo guardavo, vidi colla coda dell'occhio un signore accanto a me che faceva un atto di dolore; mi voltai, lo guardai fisso, e detti indietro con raccapriccio: era il Pietri di cera vestito di nero, ritto in mezzo alla gente come uno spettro. Nella gran sala principesca dove son centinaia di re, di regine, di generali, corti intere d'Inghilterra e di Spagna, cogli splendidi costumi dei tempi, respirai più libero. Girando intorno al trono d'un re d'Aragona, m'imbattei nel ciuffetto del Thiers; poi scivolai fra l'imperatore Guglielmo e il principe Federico Carlo, e passai dinanzi a Giulio Favre e a Bismarck che discorrevano con molto calore in un angolo appartato. Nella sala dove son raccolti i più famosi malfattori dell'Inghilterra passai di volo. Quelle faccie di cretini feroci, quegli atteggiamenti circospetti, quei panni macchiati di sangue, in quella mezza oscurit

Cosa volete? Proferii io maravigliato. C'est un espion... c'est un Prussien! Ma no... io sono un Garibaldino! Risposi in francese. Non è vero.. non è vero! Urlava più che mai indemoniata la folla.. Me vi dico di ... ve lo garantisco. Alla Mairie, alla Mairie Dalli alla spia!... Abbasso i Prussiani! Caput a Bismarck!