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Praesidet his ergo Baldus caporalis, ab ipso tot mala dependent: Baldo cessante, quid ultra mercator timeat? quid gens peregrina? quid urbs haec? Ad caput, o patres, est ad caput ensis habendus, membra nihil possunt quum spallis testa levatur: frange caput serpae, non amplius illa menazzat! Dixi: nunc vero quaenam sententia vestra est expecto, ut cunctis sit larga licentia fandi.

¹ Neque per caput tuum juraveris, quia non potes unum capillum album facere aut nigrum. «Generoso! E a te conceda Dio grande che le bandiere dei tuoi nemici ti formino la tenda che ti ripari dal sole di state; te esaltino le anime dei profeti su la testa di Carlo.» «Lo speriamo.... dalla spada però

E il maestro di scuola, il quale doveva essere un uomo maligno, e che, solo fra tutti, non aveva mutato contegno all'arrivo del signor Intendente, pensava più che non mormorasse facendo mostra di gettar gli occhi su un vecchio giornale: «... Graviter commotus, et alto Prospiciens, summa placidum caput extulit nuda».

Hanno puntato la baionetta sul cuore di mia mamma! Hanno preso tutto rame, bestiame, grano, urlavano: O ghent o caput! o denaro o morte! Muss, muss vuol dire: per forza! Noi li chiamiamo muss quelle canaglie... Se sapesse! un anno, un anno... Fingere ogni giorno, per non morire! Ma dentro c'era l'odio, quanto odio, signor tenente! Il prete è stato buono con noi. Aveva molto coraggio.

De parte 49 De non 11 Non sincere 4 Secreta XXV. Cornet, Op. cit. Magnarum Provinciarum caput, et Dominorum Provinciarum Princeps, ac etiam omnium illustrium dominationum. Domino magno.... augeat felicitatem tue Serenitati certum et manifestum est nec potest aliquis tantam magnitudinem tuam exaltare, seu extollere, quantum decet et tibi conveniens est.

PANURGO. Io che ho caro che la cosa rieschi netta, vo prevedendo tutte le cose che ne ponno fare errare. MORFEO. Taci e poniti in postura, la porta s'apre, eccolo. Al viso conosco che è terra da piantarvi carote, la preda sará nostra, l'incapparemo al primo. GERASTO. O Narticoforo carissimo, voi siate il ben venuto per mille volte! PANURGO. O Geraste, lepidum caput, voi siate il ben trovato!

Il maggiore Paxis de Pakos guarda anche lui i buffi esercizi del suo collega e quando questo si è rimesso sul capo il pentolino celeste grondante, frena a mala pena una risata. Tutti i soldati urlano: «Austria caput, Austria caput! Austria caput

PANURGO. Scherzava cosí con voi, intendeva per le podagre due figlie che aveva da maritare. NARTICOFORO. Oh lepidum caput! PANURGO. Ma sia come si vogli, son al vostro comando. NARTICOFORO. Ecco son venuto a tòrvi questa podagra e addossarla al mio figliuolo. PANURGO. Di questo mi doglio ben, che v'abbiate tolto invano questo travaglio.

REPETITORE. Che domino sará? RUFINO. E chi pensato aría mai che la moglie del mio patrone... Ché son oggi mai piú di doi anni che la sposò contro a sua voglia per sodisfare ai prieghi del signore, che a un povero servitore son comandamenti..., REPETITORE. Oh salata parabola! RUFINO. ... ed avevala lasciata ed erasene venuto a Roma... REPETITORE. Caput mundi.

Questo dogma tornò poi anche durante il medio evo nella coscienza romana, anche nei tempi più infelici della sua decadenza, quando Roma non era più che il Monte Testaccio della storia mondiale! Roma caput mundi regit orbis frena rotundi, era il motto inciso nel sigillo degli imperatori tedeschi.