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Aggiornato: 27 maggio 2025
Perché, com'ho detto, l'oro e l'argento in monete ridotti sono il fondamento dal quale le mercanzie e altre cose deono regolarsi, ed essi deono star sempre fermi nella loro vera e reale proporzionata concordanza, cosí delli pesi come delli valori, e massimamente quando sono posti in zeca, e che dalli zechieri e contisti han da essere compartiti per far monete di varie leghe o finezze sotto questi ordini; ma non mai l'oro e l'argento deono regolarsi dalle mercanzie o altre cose.
E, sí come un prencipe, una communitá ed altri dánno provigioni a molte persone meritevoli per le virtú loro, perché non potranno anco ciò fare agli ingeniosi ed onorati zechieri?
Onde poi ne seguirebbe ch'essi piglierebbono molto meno, per conto delle loro mercedi, debite per le fatture dei danari, di un tanto per libra, da coloro che mettessero gli ori e gli argenti in zeca per farli coniare, di quello che ad essi zechieri fosse concesso per capitulazioni dai superiori di poter tôrre, quando che non fosse dato loro annuo salario o provigione alcuna.
Dico adunque che, nel fare una libra dei suddetti quarti, figuro che v'intervenivano le spese qui sotto annotate; ed in essi vi sono di fino argento once 11 denari 8, netti dal rimedio, e di rame denari 16, il qual argento, apprezzandolo lire 6 imperiali l'oncia, vale lire 68; e per la detta libra si lasciavano al zechiero, come altre volte ho detto, denari 2 o circa di fino, sí come cosí anco si lasciano over si fan buoni a tutti li zechieri per ciascuna libra di qualunque sorte di monete, o fine o basse, per la causa giá detta nel capitolo XXXIV. E ciò si chiama «rimedio», il qual vien anco ad un certo modo compreso nelle spese e fatture delle monete; le quali spese sono queste, cioè: Il detto argento di rimedio vale lire ss. 10 den.
E ciò credo essere stato usato ed usarsi cosí per l'oro e l'argento cavato dalle minère, come per il comprato diversamente dalli zechieri e banchieri ed altri. Ma per l'avenire si fará altrimenti, perché si daranno le monete d'argento in contracambio dell'argento non coniato a peso per peso, in quanto al fino.
I zechieri ancora dovranno avere la loro debita mercede a ragion di un tanto per libra di monete, da doversi loro pagare da chi ne vorrá far fare o d'oro o d'argento; e qual mercede delle fatture da tutti si saprá, ed in particolare da chi fará fare i danari, e ciò col mezo delle concessioni, ordini e capitoli sopra ciò tra i superiori ed i zechieri fatti.
Capo secondo, delli zechieri. La prima parte, ch'appartiene alli zechieri, è ch'essi avvertiscano di fare che i saggi dell'oro e dell'argento da doversi coniare siano giusti e non scarsi alla lega o finezza che segneranno sopra le monete; il che sará di loro grande onore.
E perché forse a molti parerá cosa molto strana e difficile il pagare le fatture delli danari overo il dare certa annua provigione alli zechieri che li faranno, a queste cosí fatte loro opinioni rispondo che ciò non dovrá parere cosa fuori del dovere; imperoché, o che si vuole che ogniuno abbia realmente il fatto suo nelli pagamenti con oro o con argento coniati, overo con le nominazioni ed i sopranomi alle volte alle monete dati, e come per proverbio antico si suol dire «che si dia o che si riceva l'ombra per la carne»: or dica ciascuno sopra ciò il parer suo.
Ed avvertire dovranno essi zechieri che i saggi siano giusti in tutte le sorti di monete, e che siano ben tirati ed asciutti dalle superflue umiditadi, accioché in esse sempre si trovi il loro giusto fino su quelle segnato; e quel zechiero, che fará piú a piacere nelle fatture, sará eletto dalli superiori, essendo loro grato; e quando alli zechieri fosse proveduto di qualche condecente annua provigione, come si costuma di cosí fare ad altre persone ingeniose e di virtú dotate, essi ragionevolmente dovranno pigliare assai meno, per conto delle dette fatture, di quello che loro fosse concesso di poter tôrre quando che non avessero provigione alcuna.
Parola Del Giorno
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