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Aggiornato: 11 ottobre 2025


⁸⁰ Il vocabolo navì in ebraico non corrisponde sempre all’idea che esprime la parola profeta (ossia colui che predice l’avvenire) con cui viene tradotto in italiano. Questo vocabolo deriva dalla radice niv che vale articolazione, parlare, pronunziare; motivo per cui il titolo di navì veniva applicato indifferentemente tanto ai profeti decisamente tali nello stretto senso della parola, ossia quegli uomini che per inspirazione divina preannunziavano il futuro, quanto ai poeti, agli oratori e ai pubblici parlatori. Dippiù troviamo che questo epiteto viene dato indifferentemente tanto a quegli animi eletti per dottrina e per piet

Erano le stalle. Perdonate il vocabolo, o lettrici garbatissime, e sopratutto non arricciate il naso, dovendo seguire fin l

Il vocabolo pileghesc, che si trova tanto spesso nella scrittura, viene tradotto in italiano impropriamente per concubina poichè il suo valore è tutt’altro. La pileghesc era moglie legittima ma inferiore alla padrona di casa. Ciò che la distingueva dall’Hiss

I visitatori ad un per uno se n'erano andati, rispettando i diritti dei cavalieri serventi, e dopo di loro uscivano Ariberti e il personaggio muto dando il braccio alle dame, o pedine che fossero; perchè io non ci ho predilezione per un vocabolo sopra l'altro, e lascio libera la scelta ai lettori.

Il cavallo è certo molto meno intelligente. Il cavallo libero ha per maggiore caratteristica la paura. È più timido di una gazzella. Non è possibile avvicinare una mandria di cavalli senza provocare ciò che qui, con un vocabolo pieno d'espressione, si chiama disparada. La disparada è una fuga frenetica. Uno spettacolo superbo.

Parlate pure liberamente; soggiunse il Giuliani, copiando una frase dell'amico; dite la fame; che questo è il vocabolo ad hoc. Quelle erano parole da metter fine ad ogni chiacchiera, se pure tra quei tre ci fosse stata voglia di farne. Però Lorenzo, aiutato dal vecchio, si alzò da sedere, e il Giuliani vide allora come fosse ridotto allo stremo.

La disputa minacciava di farsi più grave. Perciò il priore stimò intromettersi. Fratelli, vi prego, lasciamo questa discussione del più e del meno. Voi, padre Anselmo, non interrompete l'oratore e consentite ch'egli dica tutto quello che pensa. Il padre Restituto, dal canto suo, non pensava punto di dare al vocabolo "tentatrice" un significato ingiurioso.

Della voce [I[bagattino]I] non sarebbe ozioso per noi il rintracciare la origine; il Gallicciolli ([I[Memorie Venete]I] II, 41) la vorrebbe derivata dall'arabo [I[bagadhon]I], rimoto o vile, quasi moneta la più [I[rimota]I] in cui si risolve la lira, o la più [I[vile]I] di tutte le correnti. Certo è ben degna di riso la etimologia che ne diede Roberto Cenale nel I tomo del suo trattato [I[De rat. pond. et mensur.: Barchatinus, vulgo ]I]barguetìn[I[, puto esse pretium trajectus aquae per barcham]I]; meno ridicola è quella allegatane da Marquardo Trecher nel libro [I[De re monetaria Germanici Imperii: Pagatini, aeneoli Venetorum, a solvendo dicti]I]. Non saprei invero indurmi a ritenere veneziano questo vocabolo, in ciò temerei d'opporrai alla pluralit

Ma , il pericolo di passare agli occhi del mondo per teste leggiere. Oramai, il male è fatto, e il giudizio è stato dato, poichè a Castelnuovo si chiacchiera alle nostre spese. Ma io me ne impipo, scusate il vocabolo. E se la mia signora nepote vorr

Bartolomeo de Neocastro dice maestro. Questo vocabolo aggiunto a titoli d'uficio era dignit

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