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Osservate le restrizioni debite, e avuto riguardo ad una quasi degenerazione, per la quale e vizi e virtù, passando di padre in figlio, grado grado si eran venuti dilavando, pare che i destini abbiano diviso in due esatte met

Che , ch'io non so chi mi tenga dall'andar a levar loro quel tozzo di mano e trartelo sul naso a te che più che vizi non sai dare a que' martuffini, degni figli tuoi... E veramente che sei tu a guadagnar loro il pane! Quell'avanzo , sai che cos'è? È l'ultimo resto de' miei pendentini d'oro che si sono portati al Monte... Ma tu hai in dispregio la moglie... Ma no, ma no, protestò Antonio.

Non vi si facevan fare gli esercizi militari? , tre volte la settimana. «I miei compagni erano tutti minorenni e tutt'altro che simpatici. «Mi consideravano, per le mie idee, un ladro. Dicevano che volevo la roba degli altri. Erano sboccaccioni che mi facevano schifo. Sono esseri degradati, depravati, rotti a tutti i vizi.

Lasciamo da banda i vizî del nostro sorgere; l'azione straniera accoppiata, con pensiero diverso, alla nostra, e le vergogne che ne seguirono e pesano tuttora, a intorpidirla, sulla nostra coscienza di popolo.

Similmente fingono li nostri poeti Ercule d'uomo essere in Dio transformato, e Licaone re d'Arcadia transmutato in lupo: nulla altro volendo mostrarci, se non che, virtuosamente operando come fece Ercule, l'uomo diventa Iddio per participazione; e viziosamente operando, come Licaon fece, cade in infamia, e, quantunque nel primo aspetto paia uomo, quella bestia è dinominato, i vizi della quale sono a' suoi simiglianti: Licaone, percioché rapace e avaro e ingluvioso fu, vizi familiarissimi al lupo, in lupo transformato si disse.

RUFINO. Patrone, voi lodate quello che molti biasmano. CURZIO. Questi sono simie, che paiono e non sono uomini; e, per la spurcizia dei vizi ch'egli hanno, inei quai cercano di sotrarre altrui per aver piú compagni acciò piú licito gli sia el peccare, maliziosamente parlano. Ma questo non è maraviglia, ché dicono male de Idio, ben lo possino ancor dire di esse.

La quale, percioché conobbe essere di tre maniere, cioè viziosa, o da' vizi partentesi e andante alla vertú, o virtuosa; quella in tre libri, dal mordere la viziosa cominciando e finendo nel premiare la virtuosa, mirabilmente distinse in un volume, il quale tutto intitolò Comedia.

Lavorate; scrivete per esempio un libro, voi che sapete tante cose; non vi restate inoperoso, poichè l'ozio, se non è padre di tutti i vizi, come l'hanno detto gli antichi, è certamente il padre di molti dolori.

Io pure, che, lasciandomi addietro voi tutti, mi sprofondai nelle turpitudini e ne' vizi, impegolandomi di essi dai piedi alla testa in così sconcio modo da far credere che fossi perduto per sempre... tuttavia nell'estremo della sventura rinvenni la lucida ragione, e smisi ogni cattiva abitudine... Parlate dunque!

Era un conservatore che parlava, e le sue sferzate contro le aberrazioni demagogiche suscitavano qualche mormorio sui banchi della montagna, ma egli riebbe il favore dell'intera sinistra stigmatizzando le cosidette classi dirigenti che nulla dirigono e di nulla si curano tranne che di accumulare e di goder la ricchezza, e mendicano croci e trafficano titoli nobiliari, e costituiscono a poco a poco una nuova aristocrazia che della vecchia ha i vizi e non le virtù.