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Aggiornato: 11 giugno 2025


In quella sera medesima Rosen prese un biglietto di prima classe per Dover, e rannicchiatosi nell'angolo della vettura, si tirò il bavero del soprabito fin sulle guance, si calò il cappello sugli occhi, rintascò ben bene le mani, si lasciò cadere il capo sul petto come una testa di fantoccio snodata, e incominciò a pensare in che modo gli sarebbe riuscito di morire, e se gli convenisse più l'indugiare fino al suo arrivo in Italia, o approfittare subito delle prime occasioni che gli si sarebbero offerte nel suo viaggio.

Si sarebbe detto che in lei riviveva lo spirito della vergine Clelia. Bussarono alla porta. Ohè! sclamò Teresa, che sia quella marmotta? Mo' lo concio io per le feste. E avvicinatasi alla porta, chiese ad alta voce: Chi è? Son io! rispose una voce tremolante. Teresa aperse, e apparve sulla soglia la figura sparuta e paurosa di Don Omobono, il prete di vettura. Egli era un vicino della famiglia.

Tutto il potere del cardinale suo cognato non valse a toglierla da quell'asilo. Don Omobono. I lettori ricorderanno il povero prete di vettura che comparve nel principio di questo racconto, colla sua miseria e le sue paure.

Finalmente l'aria percossa, entrando fredda nella vettura e battendo sulla fronte della svenuta, a poco a poco le ridonava i sensi.

Fra un'ora sarete in Roma, a fianco di vostro marito voi potete partire all'istante. Tutti ci levammo in piedi per farle cortegio infino alla vettura. Ella era pallida in volto, e a stento camminava, e non profferiva parola.

Animo, lesti disse poi rinchiudendosi di nuovo nella vettura e parlando dallo sportello; tu, Piero, passeggia l

La principessa aperse la porta del gabinetto e chiamò Maria. Ho vinto... ho ottenuto! Tuo figlio è salvo. Mia buona signora! esclamò Maria, baciandole ripetutamente la mano. Ascolta: questa notte dobbiamo farlo uscire dalla prigione, e ridurlo in salvo. Prendi questo danaro; cerca una vettura. A mezzanotte ti troverai con quella in via Giulia innanzi alle Carceri Nove. L

Si andava da per tutto: Rocco Longo era sfinito, era sfinita la sua bestia e anche pareva che la vettura malconcia a un tratto si dovesse sfasciare. S'andava in giro da tre o quattro ore. Da prima la signorina s'era voluta fermare alla Posta e , allo sportello delle lettere, avea chiesto una lettera che non aveva avuta, che non c'era.

Soltanto l'indomani, con le ossa rotte dalla febbre, le gambe tremanti pel chinino, una grande lassezza in tutto il corpo, Brunello fu rimesso in vettura e riprese il viaggio.

Seduti dirimpetto, immersi nei loro pensieri, i due viaggiatori appena alzavano la testa quando nell'intervallo di due gallerie il sole irrompeva nella vettura e si svolgeva dinanzi a loro il panorama incantevole della riviera ligure: il mare azzurro, scintillante; gli scogli neri, dalle forme fantastiche, investiti, schiaffeggiati dall'onda; i borghi industri, popolosi schierati lungo la spiaggia o inerpicati sui monti; le ville, i giardini ove difese dai venti crescevano le palme e fiorivano i cedri.

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