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Aggiornato: 12 giugno 2025
Concludasi dunque che, considerando tutte le cose predette, se li forastieri volessero estraere ed estraessero quanto potriano con li medesimi denari d'entrate o industrie che hanno in Regno, arrivaria o supereria l'introito o valuta delli milioni sei della robba che va fuora, tanto maggiormente unendosi con la valuta della robba che li bisogna, che è della quantitá predetta; e, tolto l'introito di detti milioni sei per la robba che si estrae, non vi è causa alcuna che debbano venire denari in Regno.
Finalmente veniamo alle strette col calcolo, e vediamo in fonte la radice del male, se vogliamo restar ben persuasi de' danni che porta seco questo error politico di permettere alle monete forestiere, quantunque buone, d'argento o d'oro, maggiore valuta ne' propri Stati di quello lor si conviene in proporzione dell'altre monete.
Lo stesso accade quando una moneta piglia credito o corso e valuta maggiore, in proporzione dell'altre, in qualche paese.
Certa cosa è che l'argento, sin da quando fu coniato in Roma la prima volta, cominciò, non so se devo dir bene, a dare o ricevere la valuta del rame, mentre uno era divenuto misura dell'altro; e però furono prima battuti li denari, che cosí furono detti, che valevano dieci assi o libbre di rame, indi i quinari, che cinque libbre, ed i sesterzi, che due libbre ed un s.
Ma, perché sono eglino impiegati a tanti altri lavori, egli è forza che vada variandosi la valuta loro, non conforme la quantitá loro che dalle viscere de' monti se ne estrae alla luce, ma secondo la quantitá che da' lussi mondani n'avanza.
Ed ecco un gran zelo per utile de' popoli, a' quali veniva restituita in buona valuta la cattiva moneta. E, perché correvano le doppie scarse, s'offeriva ritirarne a sue spese e danno sino a 200 mila, che non calassero piú di sei grani l'una, dando in contracambio metá doppie nuove di giusto peso e metá monete d'argento pur nuove. Si poteva egli desiderar di piú?
Ma, se sará cosa ch'abbia valor certo e stabile, due cose dimando. In primo luogo: dov'è questa cosa, che abbia un certo, fisso ed immutabil valore? Io non la trovo nel mondo, secondo questo modo d'intendere. La seconda è: in che consiste questo valore di questa terza cosa, che sia una valuta cosí immutabile, che possa esser regola del valore di tutte le altre?
Ma, se questo suo commercio fosse con alcun principe che avesse mutato la lega de' suoi scudi o d'altre monete d'oro o d'argento, e volesse spenderle alla valuta dell'altre, può esser che fossero tali le congiunture de' tempi, che non sapessero in Puglia a chi altri vendere i suoi ogli ed accettassero quelle monete con discapito.
Ed ha bisognato ridurre la valuta de' migliori, a baratto di moneta corrente imperiale, a tre fiorini e mezzo: segno che anco in quella dello stesso imperadore era stata fatta qualche mutazione nella bontá dell'argento o del peso.
Vero è che tutte le cose hanno cresciuto straordinariamente di prezzo dalla scoperta dell'America in qua, come sopra mostrammo; ma per tutto ciò non resta ogni dubbio, sopra questo racconto, disciolto, né meno se si dicesse che detta legge intende 60 soldi d'affitto, non di valuta: cosa che non apparisce.
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