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«O Valenziacontinuava il Fossano, stringendola a , «che io non possa avere mai più bene vivo morto, se per mia maledetta sorte potessi mancare alla formata promessa che ti do in questo punto.» E qui, alzando la fede con modi concitati e con un'esaltazione di spirito straordinaria: «Per l'avvenire tu non vivrai più sola, io sarò sempre con te, noi vivremo all'amore, nella pace di quest'isola solitaria, lontani dal mondo dove non si raccoglie che pentimento e dolore. Le nostre anime non saranno mai più offuscate dai torbidi sospetti, e in quanto a me non vorrò pensare ad altro che ad accrescere la tua felicit

Le cose in Venezia erano a questa condizione, quando vi capitò il figlio di Bernabò Visconti col Bronzino: noi lo abbiamo lasciato nelle vicinanze di Castel Seprio, timorosi che il Malumbra volesse rimettere nelle sue mani la sventurata Valenzia.

Valenzia intanto, a cui l'angoscia aveva in prima ottenebrata la mente, così da farle vedere in confuso la condizione delle sue vicende, coll'esser costretta a raccontare ordinandosele in mente in successione tutti i fatti avvenuti dalla fuga da Venezia in poi, per sua sventura rinacque alla chiara cognizione di tutto, e misurato il pericolo del padre e il proprio, vide come le cose fossero giunte al punto che più non era luogo a sperare, e che uscita dalle mani del Visconti sarebbe tosto ricaduta in quelle della Republica, ove avrebbe trovata l'estrema condanna. A questo pensiero, di ginocchio balzò in piedi esterrefatta: quella immobilit

Terminata per altro quella festa, se il Gritti e il Visconti non seppero dimenticarsi di lui, egli ben presto si dimenticò di loro, chè non poteva passare neppure un istante ch'ei non pensasse a Valenzia.

Il Gritti, a quelle inaspettate parole, fece un movimento che non si può descrivere, e tornò a guardare Valenzia, e allora gli parve di fatto che in quanto a somiglianza non ne scattasse un filo; ma soprastato un pezzo, e alla fine scrollato il capo: «Sei pazzo, amico, il tempo de' miracoli è passato.» E faceva per uscire.

Arrivati a Sesto qualche ora prima del Malumbra, avendo voluto percorrere le strade assai fuori di mano, di tanto prolungarono il cammino che si lasciarono raggiungere da chi era partito dopo. Così Valenzia e il figlio di Bernabò si trovarono a un passo di distanza, e fu gran ventura se non successe altro.

Partito che si fu il Fossano dell'isola, a Valenzia vennero certe ombre di malumore che le misero tanto amaro nel cuore, quanta dolcezza aveva provata la sera prima alle parole del suo Alberigo, ed a quella generosa promessa che ebbe la forza di spegnere in lei del tutto ogni ira gelosa, quantunque poco prima avesse dovuto accertarsi co' propri occhi di quello che era passato tra il Fossano e la contessa Giulia.

Il Malumbra stette dubbioso un momento, se mai dovesse far credere al Fossano di essere a parte d'ogni segreto, oppure fare infinta di nulla, e procurare di vedere la Valenzia all'insaputa di lui. Ma pensò prendere il primo partito.

«Son io, Valenziadisse allora il Fossano, e senza più altro strettala fra le braccia, se ne usciva fuori colla spada in alto. Tutto questo avvenne in men che non si dice, tanto che al Malumbra era rimasto il tempo di difendersi contro i due. Quando vide uscire il Fossano col corpo della donna fra le braccia, fe' girare a tondo la gondola, gridando: «Fate presto, saltate qui

Quella confusione però e il vivo rossore della bella contessa, misero in sospetto il giovane Fossano, che parlò il primo, e fatto animoso della lettera che interpretò alla vera foggia, le volse parole a cui l'appassionata e inesperta sposa rispose assai bene. Da quella notte cominciò la novella tresca che lo fece troppo alieno della povera sua Valenzia.