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Aggiornato: 12 maggio 2025
Oh, le mie speranze di gloria, i miei amori d'arte, i miei proponimenti, dov'erano andati? Scossi la testa, rabbrividendo, e mi volsi a Marta Giustiniani. Costei era corpo ed anima, non vuoto fantasma: purchè ella acconsentisse, io avrei dimenticato.... Onde, risposi con viva speranza: Un mucchio di domande vuol farmi? E perchè manca di confidenza?
Mi volsi a frate Domenico e lo consultai collo sguardo. Il buon monaco sorrise, poi colla ingenuit
Maestro, un assalto di cinque minuti io dissi, e mi volsi per andare nello spogliatoio. Giunto su la soglia, mi soffermai a guardare in dietro e scorsi l'Arborio che aveva ripreso a schermire. Un'occhiata mi bastò per conoscere ch'egli era mediocrissimo in quel giuoco.
Ma, per quel Dio che s'adora, ch'io ti farò dire il vero o t'ammazzarò. Di' sú! Hailo veduto? CRIVELLO. Signor sí. FLAMMINIO. Baciolla? CRIVELLO. Baciârsi. FLAMMINIO. Quante volte? CRIVELLO. Due volte. FLAMMINIO. Ove? CRIVELLO. Nel suo ridotto. FLAMMINIO. Tu menti per la gola. Poco fa, dicesti in su l'uscio. CRIVELLO. Volsi dir vicino all'uscio. FLAMMINIO. Di' il vero! CRIVELLO. Ohi! ohi!
Inferno · Canto VIII Io dico, seguitando, ch’assai prima che noi fossimo al piè de l’alta torre, li occhi nostri n’andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre, e un’altra da lungi render cenno, tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre. E io mi volsi al mar di tutto ’l senno; dissi: «Questo che dice? e che risponde quell’ altro foco? e chi son quei che ’l fenno?».
«Se voi venite dal giacer sicuri, e volete trovar la via più tosto, le vostre destre sien sempre di fori». Così pregò ’l poeta, e sì risposto poco dinanzi a noi ne fu; per ch’io nel parlare avvisai l’altro nascosto, e volsi li occhi a li occhi al segnor mio: ond’ elli m’assentì con lieto cenno ciò che chiedea la vista del disio.
Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari passi di fuga; e veggendo la caccia, letizia presi a tutte altre dispari, tanto ch’io volsi in sù l’ardita faccia, gridando a Dio:
«O de li altri poeti onore e lume, vagliami ’l lungo studio e ’l grande amore che m’ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore, tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore. Vedi la bestia per cu’ io mi volsi; aiutami da lei, famoso saggio, ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi».
Drizzai la testa per veder chi fossi; e gia` mai non si videro in fornace vetri o metalli si` lucenti e rossi, com'io vidi un che dicea: <<S'a voi piace montare in su`, qui si convien dar volta; quinci si va chi vuole andar per pace>>. L'aspetto suo m'avea la vista tolta; per ch'io mi volsi dietro a' miei dottori, com'om che va secondo ch'elli ascolta.
I' son colui che tenni anbo le chiavi Del cor di Federigo e che le volsi Serrando e disserando sì soavi
Parola Del Giorno
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